Bilanci, il commissario ad acta mette alle strette l’amministrazione e “aggiorna” la Corte dei Conti

Il commissario ad acta Antonio Garofalo, nominato dalla Regione per i ritardi nell’approvazione del bilancio consuntivo 2015, si è insediato ieri pomeriggio anche come commissario per il bilancio di previsione 2016 e ha immediatamente messo alle strette l’amministrazione comunale.

Entro il prossimo 30 settembre, il Comune di Messina dovrà adottare il rendiconto 2015, il previsionale 2016 e la rimodulazione del piano di riequilibrio. Si tratta di tre atti finanziari fondamentali, sui quali si gioca il futuro dell’ente, che dal 2012 tenta disperatamente di uscire dalle sabbie mobili del dissesto mediante la procedura di riequilibrio. Nel corso della riunione fiume di ieri, iniziata alle 12.30 e terminata dopo le 16, alla presenza dell’assessore Luca Eller, del ragioniere generale Antonino Cama, e dei due revisori dei conti Federico Basile e Giuseppe Zingales, ai quali si è aggiunto successivamente anche il segretario/direttore generale Antonio Le Donne, il commissario Garofalo ha dettato i tempi per accelerare l’iter del consuntivo e l’approvazione da parte della giunta Accorinti sia della delibera sul bilancio di previsione sia della delibera sulla rimodulazione del piano decennale di riequilibrio. Il funzionario mandato da Palermo ha fatto anche una cosa in più per far intendere meglio la sua fermezza: ha verbalizzato quanto detto durante l’incontro e ha inviato il verbale alla Sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, che da molti anni ormai non smette di tenere i riflettori accesi sui conti del Comune Messina.

COSUNTIVO 2015. I termini di legge per l’approvazione del rendiconto sono scaduti lo scorso 30 giugno, ma l’esecutivo guidato dal sindaco Accorinti ha esitato la relativa delibera lo scorso 4 agosto. Il Collegio dei revisori ha ricevuto il consuntivo 2015 solo il 12 agosto, per di più mancante di alcuni allegati obbligatori . Ancora oggi, all’organo di revisione non è stata trasmessa la nota informativa, con i debiti ed i crediti delle società partecipate di Palazzo Zanca. Il commissario Garofalo ha concesso all’amministrazione tre giorni di tempo a partire da ieri per sanare l’inadempienza e trasmettere la documentazione a Basile e Zingales, i quali avranno a loro volta altri tre giorni di tempo per emettere il proprio parere. Solo dopo il pronunciamento da parte dell’Organo di revisione, che in queste settimane ha lavorato sulle carte ricevute, il documento contabile potrà arrivare in commissione prima e in Consiglio comunale poi per la definitiva adozione.

BILANCIO 2016 DI PREVISIONE E RIMODULAZIONE DEL PIANO DI RIEQUILIBRIO. Come ha più volte sottolineato l’assessore Eller, i due atti finanziari devono camminare di pari passo e anche il commissario ad acta ha evidenziato nel corso dell’incontro con i rappresentanti dell’amministrazione come il 2016 sia il terzo anno di vigenza, almeno sulla carta visto che non è stato ancora approvato, del piano di riequilibrio. Pure su questo fronte, Garofalo si è mostrato intransigente e ha sollecitato i suoi interlocutori a predisporre le delibere sul previsionale e sulla manovra finanziaria decennale al massimo in una decina di giorni. Al Comune di Messina sta per iniziare l’ennesima corsa contro il tempo, e ancora una volta atti finanziari fondamentali per il destino dell’ente e dunque dei messinesi arriveranno in Aula in zona Cesarini, magari accompagnati dalle solite scuse e promesse da parte di sindaco ed assessori, ormai elemento costante di un copione già scritto e visto tante volte in questi tre anni e più di amministrazione Accorinti.

LA PAROLA “IMPRONUNCIABILE”: DISSESTO. Il 5 agosto 2016 l’assessore Luca Eller dichiara in conferenza stampa che anche l’amministrazione Accorinti ha responsabilità precise sull’attuale situazione finanziaria del Comune e che – data l’enorme mole di debiti, aumentanti in questi tre anni – è pronta la delibera sul dissesto; qualche giorno dopo segue un comunicato stampa di auto-smentita, partorito dopo un lunghissimo faccia a faccia in giunta e inoltrato da De Cola per conto del sindaco Accorinti e del titolare della delega al risanamento finanziario. Da quel momento, per Eller il default diventa un argomento tabù, a proposito del quale risponde oramai solo attraverso metafore contorte e incomprensibili, come avvenuto ieri mattina in commissione bilancio, quando i consiglieri comunali lo hanno incalzato ricevendo in cambio solo riposte evasive: «le frustate possono servire a mettere in moto meccanismi virtuosi» ha detto facendo capire che con le sue dichiarazioni di inizio agosto ha voluto spronare tutti a fare meglio ma senza spiegare cosa è cambiato in concreto, se è cambiato qualcosa, dal 5 agosto ad oggi. Anche lontano dai microfoni della commissione, l’assessore toscano con in mano il suo trolley pieno di carte e documentisono quelle che porto in tribunale» afferma ridendo) si affretta a dire che la palla è nelle mani del segretario/direttore generale Le Donne, il quale sta effettuando la ricognizione di tutti i debiti fuori bilancio e il definitivo monitoraggio del piano di riequilibrio 2014-2023. Il silenzio che Eller si è imposto (o altri gli hanno imposto) a proposito del rischio dissesto dovrà inevitabilmente essere interrotto quando verranno finalmente alla luce i documenti contabili, che dovranno essere esitati nei tempi dettati dal commissario ad acta. A quel punto, con l’onestà intellettuale che lo ha sin qui contraddistinto, Eller non potrà fare a meno di parlare e spiegare alla città se il dissesto può essere scongiurato o, stante la situazione, è inevitabile.

Del resto, come lui stesso ha ammesso in commissione «il dissesto non è una scelta politica», così come non può esserlo il non dissesto. Se ci sono le condizioni previste dalla legge, va dichiarato.

Danila La Torre