Il cambiamento ha bisogno dei giovani

In una fase in cui in politica sembrano prevalere gli insulti reciproci, il fango sparso a pieni mani sull’avversario, il populismo che sublima le pulsioni peggiori dei cittadini-elettori, esistono ancora tanti giovani, e ne ho cognizione diretta, che vogliono perseguire un ideale di integrità morale genuina, attraversati come sono dal sogno di cambiare questa società con la forza dei valori e non già con le urla, gli insulti, le ipocrisie della politica vecchia e nuova. Ecco, questo è un bene prezioso che non va disperso, nell’interesse di tutti. Perché soltanto i giovani con l’energia delle loro convinzioni, con la loro pulizia morale, con la pratica coerente della loro visione di società, possono dare il colore giusto al cambiamento necessario di questo Paese e di questa nostra città.

E’ una questione importante che non va sottovalutata. Bisogna compiere ogni sforzo per offrire una sponda sincera e concreta all’idealità dei giovani, spesso inespressa e altrettanto spesso illusa da personalità e progetti politici modesti ma apparentemente entusiasmanti.

La speranza, per quanto mi riguarda, risiede soltanto nella possibilità che nasca un nuovo soggetto politico. Un partito, si un partito, che tragga ispirazione e ruolo dalla consapevolezza che ad un sistema strutturalmente orientato all’ingiustizia e governato dalla prepotenza dei più forti bisogna contrapporre un modello di società organicamente orientato all'equità e all’equilibrio degli interessi. Occorre reclamare con forza un nuovo sistema di relazioni economiche, che combatta l’attuale organizzazione del lavoro, sempre più schiavizzante e con sempre meno diritti; bisogna proclamare l’idea che la spinta al profitto, che sarà anche stata una leva di diffusione del benessere, è attualmente, come dice Papa Francesco, una sorta di divinità pagana alla quale sacrificare il rispetto per l’uomo e per l’ambiente.

Il sistema capitalistico ha puntualmente confermato la previsione di Marx, dando luogo ad una fortissima concentrazione della ricchezza, soprattutto finanziaria, nelle mani di poche persone, in grado di sottomettere la politica e di decidere le sorti dei governi. In questo quadro è chiaro che l’uniformità e il conformismo nella società e nei luoghi di lavoro sono strumenti di asservimento esercitati dal potere economico e da quello politico per gestire con facilità le masse e inebetire la loro capacità di reazione

Porre fine, poi, allo squilibrio planetario della ricchezza è diventata una priorità assoluta, non solo per i suoi risvolti etici ma anche perchè, insieme alla guerra mondiale a pezzi di cui parla il Pontefice, alimenta i flussi migratori che si vanno svolgendo con modalità disumane.

Bisogna affermare con coraggio che la diversità è una ricchezza e contrastare l’affermarsi dei nazionalismi, obsoleti e carichi di pericolo per la pace. E bisogna, finalmente, ricominciare a guardare al futuro come all’orizzonte di progresso che illumina le nostre azioni.

I giovani se lo sono visti rubare il futuro, diventato un buco nero di cui avere paura. Adesso è venuto il momento di restituirglielo perché torni ad essere quella entusiasmante spinta motivazionale che ha incoraggiato tante generazioni prima di loro.

Insomma bisogna mettere in campo un’idea di società in grado di rivoluzionare pacificamente l’esistente. Nel nostro Paese abbiamo un manifesto di base per questa aspirazione politica: è la Costituzione, meravigliosamente concepita come strumento per portare a concretezza una visione equa dell’ organizzazione socio-economica e dei diritti civili, secondo princìpi universali. Da quel testo, di prodigiosa modernità, si può partire per avviare un cammino di elaborazione che restituisca alla politica l’idealità, oggi del tutto trascurata e comunque subordinata alle manovre di potere.

Questo sforzo di globalità ha un senso anche in sede locale perché il nostro non è un microcosmo astratto dal contesto generale, al contrario ne è piena espressione, e le nostre criticità vanno anch’esse affrontate con un respiro ideale adeguato, in grado di intercettare il desiderio di innovazione dei giovani messinesi e di tutti i nostri concittadini che aspirano ad una società migliore.

Pippo Trimarchi