Il teorema Finocchiaro e la bocciatura del blocca-inquisiti all’Ars

Seguendo il dibattito sulla riforma della legge elettorale emerge un fatto: se non si tornerà alle preferenze la colpa è dei meridionali, anzi dei siciliani. La tesi sbandierata ai quattro venti, dal Pd in testa, è semplice: se restituiamo ai siciliani il voto di preferenza riempiranno il Parlamento di uomini d’onore, inquisiti, inquinati, corrotti e amici degli amici. La prima ovvia considerazione rispetto a questa tesi è che guardando quelle liste di nominati innominabili e inguardabili che abbiamo portato alle Camere non mi pare che abbiamo fatto questo grande salto di qualità. Eppure molti leader dei partiti asseriscono che in tutto lo stivale gli unici incapaci di saper scegliere siamo noi, che votiamo perché basta un piatto di pasta per comprarci o l’indicazione di un potentino locale.
Quindi meno male che col Porcellum ci hanno curato dal male inguaribile della mafiosità incallita e grazie al cielo abbiamo eletto una classe dirigente illuminata e impermeabile a qualsiasi forma di corruzione (….!).
Per il Pd cito le parole di Anna Finocchiaro che su twitter ha scritto: Preferenze=voto di scambio. La deputata, giunta al venerabile traguardo di ben sette mandati, nativa di Modica e residente a Catania, eletta nel collegio dell’Emilia Romagna senza alzare un solo dito nel 2008 ha dichiarato: “le preferenze inducono inquinamenti nelle campagne elettorali. Furono abolite perché soprattutto nel meridione producevano voto di scambio ed erano in mano ai signori delle tessere”. Bersani la pensa come lei, l’area Letta no “e’ assurdo pensare che vadano bene negli Enti locali e poi considerarle il male assoluto per il Parlamento”.
E’ vero, non possiamo nascondere dietro un dito il cattivo uso che noi meridionali abbiamo fatto delle preferenze, ma è pur vero che le liste bloccate non hanno fatto di meglio. C’è poi un’obiezione: ma con le liste bloccate i mafiosi non vanno a votare? Dal giorno del Porcellum sono improvvisamente scomparsi i signori delle tessere oppure hanno semplicemente cambiato interlocutori, tra l’altro facilitati dal fatto che le liste venivano decise da quattro persone? E i nominati non hanno alcun debito di gratitudine e riconoscenza verso nessuno al mondo, solo verso lo Spirito Santo che li ha miracolosamente guidati fin lì? Basterebbe rileggersi le cronache giudiziarie degli ultimi anni per capire che non è così semplice, e che Porcellum=fine del voto di scambio è un’equazione che non va bene neanche alle elementari. Al di là delle presenze folkloristiche di ballerine per accontentare alcune preferenze di altro genere ci volete fare credere che il listone garantisce la libertà dalla corruzione?

Riflettevo su questo quando i NOSTRI DEPUTATI SICILIANI bocciando la norma blocca inquisiti hanno dato ragione al Pd, dimostrando che il lupo fa finta di perdere il pelo ma non perderà mai il vizio……
I fatti: due deputati del Pd hanno presentato un emendamento che prevedeva il divieto per la Regione, i Comuni, le Province e gli Enti locali di attribuire incarichi a persone rinviate a giudizio o condannate per una serie di reati, tra i quali l’associazione mafiosa e la corruzione.
Ebbene,grazie al voto segreto (che è il papà di tutte le porcherie), richiesto da Pid, Mpa e Pdl, è stato bocciato con 39 voti a favore e 32 contrari (Pd e Udc).
L’Idv ha tuonato “E’ l’ultimo colpo di coda del governo Lombardo, un no che aggrava la questione morale in Sicilia e consentirà ulteriori inquinamenti”, Pd e Udc hanno firmato una nota comune: “è stato un segnale di profonda miopia e che fa da spartiacque tra chi lavora per la legalità e chi continua a operare per un sistema insostenibile e immorale”.
Fatto sta che abbiamo dimostrato che è vero che noi siciliani sbagliamo a votare, perché quei 39 no di chi vuole riempire di consulenti e dirigenti condannati per mafia e corruzione gli uffici e gli enti locali, è la prova provata che non stiamo affatto attenti a chi mandiamo a rappresentarci.
Io, ad esempio, preferirei che il Presidente di una partecipata, il componente di un Cda o l’esperto alla lana caprina sia non dico in odore di santità ma almeno contrario alla corruzione.

Quando ho iniziato a pensare alle preferenze volevo dimostrare che la Finocchiaro aveva torto e che noi siciliani sappiamo scegliere. Il voto dell’Ars mi ha fatto venire il dubbio che se mandiamo a Palermo gente che fa scelte contrarie alla legalità, al buon senso, alla buona amministrazione, all’intelligenza e all’onestà allora forse non siamo pronti. Però abbiamo altre occasioni per cambiare, ad esempio la prima è alle regionali d’ ottobre.
Ma ci sono sere in cui penso che questo è solo un sogno e che non cambieremo mai. Accade quando vedi che le segreterie dei partiti sin da adesso che Lombardo non si è ancora neanche dimesso, hanno già la fila fuori dalla porta. E non per condividere un’ideale o una battaglia o un sogno, ma per distribuire pane.
Rosaria Brancato