Valorizzazione Riserva Capo Peloro e laghi di Ganzirri. Istituzioni a confronto

Le riserve naturali hanno la funzione di mantenere l'equilibrio ambientale di un determinato luogo, aumentandone la biodiversità. In Italia, sono definite tre tipologie: speciale, integrale e orientata. La maggior parte delle riserve italiane appartiene a quest’ultima tipologia, in cui sono consentiti interventi colturali, agricoli e silvo-pastorali purché non in contrasto con la conservazione degli ambienti naturali.

La Sicilia è la Regione che ne conta di più e la provincia di Messina fa la sua parte, soprattutto con le Eolie (Vulcano, Stromboli, Alicudi, Filicudi e Le Montagne delle Felci e dei Porri di Salina), ma anche coi laghetti di Marinello, il bosco di Malabotta, Fiumedinisi e Monte Scuderi, l’Isola Bella di Taormina, e Capo Peloro.

Proprio di Capo Peloro, e in particolare dei laghi di Ganzirri, si è discusso oggi a palazzo dei Leoni, nel corso di una riunione convocata dal commissario della Provincia, Filippo Romano. La Rno di Capo Peloro è stata istituita tramite decreto regionale del 21 giugno 2001 con l’obiettivo di tutelare l’area. Obiettivo che, a tredici anni di distanza, non può dirsi ancora raggiunto. Anzi, a dirla tutta, di cambiamenti in positivo se ne sono visti davvero pochi.

La Riserva di Capo Peloro si distingue rispetto alle altre perché si trova in un luogo molto abitato e soffre degli stessi problemi che affliggono l’intera città. E’ stato realizzato un nuovo percorso pedonale intorno al lago grande, ma è in più parti danneggiato. Un altro percorso è stato ricavato in un’area adiacente al lago piccolo, ma solo in alcuni tratti. E, soprattutto, a mancare è la pulizia, presupposto fondamentale per ogni tipo di valorizzazione. Non mancano le erbacce e, in determinati punti, si è ammorbati da odori nauseanti.

Di recente, la Provincia, ente gestore dell’area, ha stipulato un protocollo d’intesa con il Comune, l’Università, il Wwf ed altre istituzioni per avviare il monitoraggio dello stato dei laghi di Ganzirri. Attenzione puntata anche sulla mitilicoltura, attività storica che si intende preservare.

Alla riunione di oggi hanno partecipato anche i componenti del Consiglio provinciale scientifico, che dovranno valutare le esigenze comuni e prendere le decisioni utili a valorizzare il sito. Un sito di importanza internazionale, inserito nel Water Project dell’Unesco del 1972, all’interno del quale vivono più di 400 specie acquatiche, di cui almeno 10 proprie di questo territorio.