“Una nuova amica”, uno sguardo tra i misteri dell’universo femminile

Il vezzeggiato e provocatorio cineasta francese François Ozon, torna sugli schermi messinesi dal 16 aprile con un prodotto cinematografico – il suo quindicesimo, già nelle sale italiane dal 19 Marzo e quattro mesi di precedenti proiezioni, di gran successo, in Francia – sempre dedicato all’universo femminile, che trae spunto da un racconto breve di Ruth Rendell, “The New Girlfriend”, ove un marito, che ha perso la moglie prematuramente, si abbandona al gusto del travestimento, dando vita ad un rapporto complesso con l’amica del cuore della defunta.

Nel lungometraggio, sceneggiato dal regista stesso, accanto all’ambiguità ed all’amore per il travestitismo, che generano una sorta di gioiosa favola ove i protagonisti giocano con e nei generi (sulle orme di Almodóvar e Hitchcock) trova terreno fertile soprattutto l’affrancamento progressivo da schiavitù sociali, familiari e culturali in un percorso alla ricerca di se stessi. E così Claire, vera protagonista del film (interpretata da Anaïs Demoustier) alla morte di Laura, iconica amica d’infanzia – descritta in quell’incipit surreale – cade dapprima in forte depressione, con incursioni nel passato e nell’esistenza della figura amicale con cui ha condiviso stagioni liete, ma scoperta in casa del giovane vedovo, David (reso magistralmente da Romain Duris) una donna bionda con una bimba in braccio e appurato che trattasi del marito di Laura – che calma la piccola assecondando nel contempo la sua passione per il travestitismo – diviene la migliore amica di Virginia, alter ego femminile di David.
La sorpresa ed il suo impatto, dall’iniziale atteggiamento scandalizzato, mutano diametralmente la prospettiva di Claire, soffocata in un amorfo rapporto matrimoniale, provocandole uno stato di innamoramento e una strana complicità e Clair, man mano che il personaggio di David si cala nella femminilità, abbandona la durezza androgina, ritrovando la propria identità (rimossa l’amica può esser ciò che è).
Le riflessioni sulla coppia e la parentalità sono centrali in quest’opera solo apparentemente solare, ma a tratti friabile e grigia sotto la superficie, prima del finale “happy” in cui si prospetta un’atipica famiglia, composta da due mamme, per dimostrare, coinvolgendo il pubblico, che la vita corre più veloce dei movimenti di protesta retrogradi contro la parità dei diritti e che le regole non possono ingabbiare in esiti poco naturali, perché la scelta vincente sarà sempre la libertà d’amare chi e come si voglia.

Romain Duris, già celebrata star di registi quali Klapisch, Chéreau, unitamente a Anaïs Demoustier, Raphael Personnaz, Ilsild Le Besco, Jean-Claude Bolle-Reddat, e Aurore Clement, interpretano questa originale “tragi-commedia”, che appare solo per certi versi inconsistente, non riuscendo ad affrontare del tutto le potenziali implicazioni drammatiche del suo soggetto, solo sfiorate (come l’amore, forse lesbico, di Claire verso la defunta e le complicazioni nell’esistenza di un padre travestito). Sapiente il lavoro condotto su trucco e parrucco per rendere il mutamento di sembianze di David e sembra che l’attore si sia ispirato a Veronica Lake e Gena Rowlands, Dalida e Julia Roberts. Anche i costumi di Pascaline Chavanne sono particolarmente accurati; curata la fotografia di Pascal Marti e la scenografia di Michel Barthélémy; accattivanti le musiche originali di Philippe Rombi.
Voto: discreto, 7
La programmazione è presso il cinema Lux, con orari 20.30 e 22.30