Diritti assertivi: Il diritto di avere un’opinione personale ed esprimerla

Diritti assertivi: Il diritto di avere un’opinione personale ed esprimerla

Diritti assertivi: Il diritto di avere un’opinione personale ed esprimerla

martedì 17 Dicembre 2013 - 13:14

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Una peculiarità dei diritti assertivi è che sono talmente ovvi da sembrare scontati.
Tutti abbiamo il diritto di avere una nostra opinione sulle cose che accadono intorno a noi. Ciò è tanto più vero quanto più le cose sulle quali ci facciamo un’opinione ci riguardano in prima persona. Tanto per fare qualche esempio, il nostro partner ci invita al cinema venerdì sera, possiamo pensare che sia un’idea grandiosa, oppure ricordarci che non amiamo il cinema, o invece pensare che sarebbe bellissimo, se solo non capitasse lo stesso giorno della rimpatriata con i compagni di liceo.
Se il nostro capo ci dice che lavoreremo a Natale, possiamo pensare che va bene, dato che questa volta è il nostro turno, oppure pensare che è un’ingiustizia farlo fare ogni anno a noi.
Se la nostra cara, amatissima zietta un po’ attempata, convinta di farci piacere come la prima volta, ci regala l’ennesimo capo d’abbigliamento verde, pensiamo che è il nostro colore preferito, oppure che non ne possiamo più, dato che non siamo elfi.
Pensati questi pensieri, cosa diremo?
Molto probabilmente esterneremo il nostro accordo senza alcun problema. Ma come ci comporteremo se le proposte fatteci non sono di nostro gradimento?
Per comportarci in maniera assertiva, dovremmo far presenti le nostre ragioni e proporre un accordo che accontenti entrambi le parti.
La realtà è però un po’ diversa: accade, talvolta, che riusciamo ad essere assertivi, ma più spesso accade che prediligiamo una posizione più passiva, assecondando i desideri del nostro partner, del nostro capo e di nostra zia senza nemmeno provare ad esporre i nostri.
Da cosa dipende il fatto che il nostro comportamento non è in sintonia con ciò che pensiamo e vorremmo?
Alla base dei nostri comportamenti accondiscendenti c’è l’idea irrazionale che, per essere felici, dobbiamo sempre essere approvati da tutte le persone per noi significative poiché da tale approvazione dipende la stima e l’amore che gli altri ci riservano.
Sulla base di questa idea irrazionale andremo al cinema sebbene vorremmo essere a ridere e scherzare coi nostri vecchi amici e lavoreremo a Natale, annoiati e risentiti col nostro partner e col capo. Tutto ciò, abbigliati da aiutanti di Babbo Natale.
Possiamo anche farci star bene qualche serata del genere ma, nel lungo termine, siamo sicuri che celare sempre la nostra opinione ci garantisca quell’approvazione e quella stima per ottenere le quali sacrifichiamo così tanto?
Facciamo un piccolo esperimento mentale: immaginiamo di essere andati al cinema annoiandoci per anni, finendo per trascurare i vecchi amici, di aver sempre detto sì al nostro capo e di esser finiti ad avere il guardaroba in tutte le tonalità del verde. Che persona sembreremo agli occhi degli altri? Il nostro capo penserà che siamo affidabili, ma manchiamo della grinta e della determinazione necessaria per assumere ruoli di maggiore responsabilità. Ed il nostro partner penserà che convivere con un elfo noioso ed annoiato, che a Natale non c’è mai, non sia esattamente la cosa che più aiuta a tenere vivo un rapporto di coppia.
Vediamo come le persone non finiranno per stimarci ed amarci solo perché non le contraddiciamo, anzi, il risultato ottenuto sarà l’esatto opposto di quello desiderato!
E noi? Che opinione avremo di noi, dopo anni passati a mettere da parte ciò che pensiamo? Ci ricorderemo ancora di quello che amavamo e desideravamo? Riusciremo a vederci come persone decise e capaci di fare il necessario per conquistarsi la propria felicità? Guardandoci allo specchio, saremo capaci di amare e stimare la persona che vedremo riflessa? Probabilmente no.
Ecco perché dobbiamo ricordarci gli effetti che avrà il nostro essere accondiscendenti nel lungo termine.
Ecco a cosa servono i diritti assertivi: a ricordarci, qui ed ora, quale atteggiamento conviene tenere per essere sicuri di perseguire il nostro e l’altrui benessere.

“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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