Il diritto di cambiare opinione ogni volta che è necessario

Errare è umano. Non solo è lecito, ma è pure utile. Ci fa scoprire nuovi punti di vista, nuovi elementi della realtà che non avevamo considerato prima.
Se siamo capaci di far tesoro di quello che la vita ci insegna, soprattutto attraverso i nostri errori, cambieremo il modo che abbiamo di guardare al mondo.
Piaget descrive l’apprendimento come basato su due processi, assimilazione ed accomodamento: i nuovi elementi di conoscenza che man mano acquisiamo, se coerenti, vengono assimilati alla nostra teoria su quel particolare fenomeno. Quando questi elementi sono troppi e troppo significativi, ma discordano con la nostra teoria, questa non è più in grado di contenerli, di spiegarli, allora “aggiustiamo” la teoria, la modifichiamo quel tanto che basta a spiegare le nuove cose che sappiamo sul mondo.
Quando però la nostra teoria fa acqua da tutte le parti, non ci convince più, non ci è più utile a capire come va quel pezzetto di mondo che dovrebbe spiegare, quando genera più dubbi di quelli che dissipa, allora la abbandoniamo e ne cerchiamo una più utile. Cambiamo idea, appunto.
Facciamo un esempio , il nostro nipotino seienne ha una sua, solidissima, teoria natalizia: la settimana prima di Natale scrive la letterina a Babbo Natale e aspetta la sera della vigilia, quando un omone vestito di rosso scende dal camino portandogli proprio i regali richiesti.
A sette anni, scopre che Babbo Natale, andando a casa del suo amichetto, ha la barba nera e non ha la pancia. Assimila questi dati e accomoda la sua teoria: Babbo Natale è magico, quindi si fa più magro, e si sporca la barba perché il camino di casa del suo amichetto è troppo piccolo.
A otto anni nota che il nonno, casualmente, non c’è mai per condividere lo stupore dell’arrivo di Babbo Natale, allora assimila il dato e pensa che il nonno è proprio distratto per allontanarsi sempre proprio in quel momento.
A dieci nota che Babbo Natale ha un accento un po’ troppo siciliano per venire dal Polo Nord, ma non sa spiegarsi bene questo dato, non sa assimilarlo alle conoscenze che possiede. Inizia a dubitare della sua teoria. A undici, finalmente, nota che Babbo Natale ha un neo sulla guancia che è proprio uguale a quello del nonno, anche il timbro della voce è uguale. Gli tira giù la barba e scopre che chi gli porta i regali ogni anno non è Babbo Natale, ma suo nonno! La sua vecchia teoria Natalizia riceve il colpo di grazia: non è Babbo Natale a portargli i regali, ma il suo distratto nonnino. Quello originale ha troppo da fare, i regali li fa, ma per consegnarli si fa aiutare da nonni volenterosi. La “teoria natalizia” originaria è così accomodata in modo da accogliere tutti i vari pezzetti di informazione accumulati negli anni. Sarà così per sempre? Certo che no! Arriverà il momento in cui scoprirà che i regali li comprano i genitori e li danno al nonno, allora la teoria sarà del tutto abbandonata.
Per rimanere coerente con se stesso il nostro nipotino dovrebbe invecchiare, divenendo nonno a sua volta, credendo che Babbo Natale ogni anno fa il giro del mondo con la sua slitta elargendo i suoi doni.
Per fortuna cambiamo sempre, un pezzetto alla volta, le nostre teorie sul mondo, a volte accomodandole, a volte abbandonandole del tutto, sostituendole con altre più utili, in grado di spiegarci meglio la complessità della realtà.
Questo è il motivo per cui abbiamo il dovere, non solo il diritto, di cambiare idea ed è anche il motivo per cui anche le nuove teorie che ci sembrano funzionare meglio, devono essere abbracciate con cautela: anche esse saranno accomodate e poi sostituite, via via che diventiamo più capaci di leggere la realtà nella sua complessità.
Cambiamo idea ogni volta che è necessario e teniamoci pronti a cambiarla ancora e ancora: noi esseri umani funzioniamo così, cambiamo idea sulle cose e sulle persone, in continuazione.
L’unica cosa che possiamo fare è accettare la cosa e trarne il meglio di cui siamo capaci, con l’umile consapevolezza dell’utilità imperfetta e provvisoria di ogni idea.

“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.