SOS a Croce per i danni del Palatenda, unico punto di aggregazione in zona

Rischia di vedere vanificati gli sforzi di mitigare il rischio sociale, profusi ormai da oltre due anni. Stiamo parlando di S. Lucia sopra Contesse che ha conosciuto il suo riscatto grazie all’aggregazione sociale, soprattutto giovanile, resa possibile dal palatenda della villetta comunale che ha catalizzato energia e attività delle nuove leve generazionali e si è reso simbolo dell’investimento di risanamento e rinascita dell’intera zona.

Quella stessa tensostruttura che adesso è sul punto di chiudere i battenti. A seguito infatti delle severe condizioni meteorologiche dei giorni scorsi e in particolare delle prepotenti raffiche di vento che hanno aggredito la costruzione lasciandone divelto lo scheletro interno, il punto di raccolta è diventato inagibile.

Se a questa situazione di criticità si aggiungono poi le ansie in merito a un intervento di Palazzo Zanca, giustificate dalla penuria di mezzi di cui il Comune può disporre, risulta chiaro come la vicenda generi profondo sconforto tra i suoi più affezionati frequentatori.

Affidata alla responsabilità del parroco della zona, la struttura è stata fatta oggetto, stamane, di un sopralluogo volto ad accertare l’effettiva entità dei danni subiti dalla stessa e organizzato dal Consiglio della seconda Circoscrizione alla presenza dei rappresentanti del Centro di Aggregazione Civile, delle associazioni del luogo e dei tecnici del Dipartimento Manutenzioni Stabili Comunali.

Proprio questi ultimi hanno illustrato la gravità delle condizioni in cui versa il palatenda, chiarendo peraltro che le cattive acque in cui ad oggi navigano le finanze del Comune, impediranno probabilmente l’assunzione di provvedimenti tempestivi in merito alla questione.

Una faccenda, dunque, piuttosto intricata che ha spinto lo stesso Consiglio circoscrizionale a fare appello al commissario straordinario, Luigi Croce, onde individuare preliminarmente eventuali responsabilità a carico delle ditte esecutrici dei recenti lavori di manutenzione, portati a compimento lo scorso 2010, adoperandosi poi per reperire gli indispensabili fondi necessari alla riparazione del tendone o alla sua totale rimozione e conseguente sostituzione con diversa copertura.

L’obiettivo è quello di scongiurare la temuta sorte di degrado e abbandono che sembra inesorabilmente incombere sul capo della struttura. (Sara Faraci)