Attentato ad Antoci. Crocetta: “Era stato annunciato”

Sul vile attentato di stanotte al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, interviene il Governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, giunto nella Città delle ceramiche per portare la sua solidarietà all’amico e compagno di lotta.

“Era stato annunciato” – dice il Governatore siciliano – Ci avevano mandato pure una lettera di minacce, rivolta al Presidente Antoci, agli agenti della Polizia e a me, in un unico messaggio, in cui dicevano che “ci avrebbero scannato”. Questo è il i termine di una mafia, violenta, barbara, brutale che ancora imperversa in molti territori montani ed è particolarmente presente nell’area di Tortorici, Cesarò e in tutta la zona dei Nebrodi. Una mafia che molto spesso viene sottovalutata – continua Crocetta – perché ridotta ad una questione di campagne ed invece è ben collegata con i Santapaola, a Barcellona P.G. si collega con i corleonesi e che si collega con la mafia più potente della Sicilia. Una mafia che non è vero che ha rinunciato alla sua vocazione stragista, inquietante, che reagisce ad una battaglia, che è una battaglia per ridare ai giovani siciliani i terreni che sono stati sottratti dai mafiosi e che noi ci stiamo riprendendo. Battaglia alla quale non rinunceremo, perchè il patrimonio pubblico della Sicilia appartiene a tutti i siciliani e non certamente ai mafiosi. Ed è una battaglia di riscatto e di liberazione. È ovvio che qui si pone un problema immediato – sottolinea Crocetta – di rafforzare le misure di sicurezza del Presidente Antoci e delle altre persone a rischio e dare dei segnali forti, in questi territori, di repressione dura nei confronti di questi gruppi mafiosi, alcuni dei quali recentemente arrestati.

Ma alla luce dell’attentato di stanotte – conclude – la risposta dello Stato deve essere, sia in termini di sicurezza e di protezione delle potenziali vittime, sia in termini di repressione, dura e simbolica. Bisogna rastrellare i Nebrodi e cacciare nelle patrie galere questi personaggi”.

(Salvatore Famularo)