Giunta Accorinti e consiglio comunale,come nel vecchio detto: pane duro e coltello che non taglia

Se giunta e consiglio comunale fossero due coniugi che vivono sotto lo stesso tetto di Palazzo Zanca sarebbero da tempo in cura da uno psicoterapeuta per analizzare un rapporto che va oltre l’immaginabile. I due se ne dicono di tutti i colori, volano piatti e si tirano coltelli, sognano di uccidere l’altro, ma la sera finiscono con l’andare d’amore e d’accordo nel talamo nuziale. Una sorta di rapporto sado-masochistico in versione politichese.

A “salvare” il bilancio 2014 della giunta Accorinti è stata Forza Italia e quei consiglieri finiti al centro di gettonopoli e trasformopoli sui quali avevano gettato strali fino al giorno prima e che hanno fatto “catenaccio”.

Accorinti si è visto votato il consuntivo 2014 il 29 dicembre 2015 da quelli che fino a pochi minuti prima ha definito “certa gente” con toni che vanno dall’indignazione al disgusto. A loro volta i consiglieri dopo aver definito Accorinti e i suoi incapaci auspicando le dimissioni e annunciando mozioni di sfiducia, hanno approvato un consuntivo 2014 arrivato in Aula come sempre a fine tempi supplementari, quando arbitro e giocatori sono quasi negli spogliatoi. Un consuntivo 2014 reso più “digeribile” grazie ai revisori dei conti che fanno più da badanti che altro e che danno pareri nei quali dopo un elenco infinito di criticità da far accapponare la pelle, concludono con un bel sì lasciando la patata bollente all’Aula.

Per la prima volta Messina inizierà il nuovo anno in gestione provvisoria. Non sarà una passeggiata di salute, è bene dirlo. L’unico strumento finanziario approvato due giorni fa, è il consuntivo 2014, vale a dire inizieremo il 2016 con un documento finanziario sui conti di 2 anni fa. Il bilancio di previsione del 2015 ( quindi dell’anno appena concluso) è in alto mare. Ne consegue che lo strumento di sviluppo di un Comune, cioè il bilancio di previsione 2016, sui quali si dovrebbero basare spese, programmazione, speranze, NON ESISTE. Se ci va bene riusciremo ad approvare il previsionale del 2015 tra un paio di mesi. Per non parlare del Piano di riequilibrio 2/3 che si è trasformato in un gioco di ping pong.

Accorinti e Signorino in Aula, anzi in una “certa Aula” frequentata da certe gente che puzza quando passa a Forza Italia ma profuma di rose quando ti vota l’invotabile, hanno dichiarato: “il consuntivo 2014 è a cerniera tra disastro e risanamento”. Visti i tempi con i quali è approdato in consiglio è una “cerniera vintage”, un accessorio un po’ datato.

Ma torniamo alla strana coppia, che D’Alia, mettendoci dentro pure i suoi consiglieri, ha definito pane duro e coltello che non taglia.

L’amministrazione Accorinti ha provato a dare il colpo finale al consiglio, ritardando fino al limite massimo l’arrivo della delibera di bilancio e mettendo i consiglieri all’angolo: o lo approvate così com’è o lo bocciate e andate a casa. Insomma ha provato a liberarsi del coniuge ed a cacciarlo di casa. Dall’altra parte il consiglio comunale pur desiderando far fuori l’amministrazione con una mozione di sfiducia sapeva di non avere più il tempo necessario per farlo, alla luce anche di quanto avvenuto a novembre,quando la macchina per la sfiducia si è messa in moto, poi fermata dall’inchiesta su gettonopoli. Da qui un’approvazione che è stato un banco di prova per il futuro e la prova generale delle prossime puntate. I 20 sì (Forza Italia, Megafono, mezzo Dr) sono i numeri che Accorinti si troverà di fronte in futuro, quando l’Aula non sarà più con l’acqua alla gola. I consiglieri Udc erano assenti e già da tempo hanno dissotterrato l’ascia di guerra. D’Alia ha annunciato una sfiducia a fuoco lento. C’è da giurare che se per caso l’altra sera fossero mancati i numeri per approvare il bilancio i centristi si sarebbero materializzati, come già avvenuto in altre occasioni.

Quindi abbiamo da un lato un’amministrazione che detesta i consiglieri e se potesse ne farebbe volentieri a meno e un consiglio che non vede l’ora di mandare a casa la giunta. Entrambi i coniugi sono già andati all’avvocato e sanno che il matrimonio è finito e che i rispettivi armadi sono pieni di “idraulici e pasticcere” pronti a subentrare nella coppia.

Sono come due naufraghi nella stessa zattera che cercano di arrivare sulla terra ferma e, pur desiderando che uno dei due finisca disidratato o in bocca ad uno squalo, cercano di restare a galla e darsi, per quel che possibile, una mano.

Da domani Accorinti e gli assessori continueranno a disertare le commissioni, ad ignorare interrogazioni e documenti, a chiamare “questa gente” i consiglieri fino al prossimo voto su bilancio, Tasi, Tari, quando si tapperanno il naso e incasseranno i voti di Forza Italia e degli odiati genovesiani. Dall’altra parte in Aula continueranno a definire incapaci gli amministratori, a fare interrogazioni, conferenze stampa e manifesti, fino al prossimo voto su bilancio, Tasi, Tari, quando si tapperanno il naso e voteranno. Nel mezzo ci saranno tentativi reciproci per fare uscire la controparte dalla casa del Grande Fratello. Il divorzio arriverà comunque, perché i rapporti sado-maso, come è noto, non sono basati sull’amore ma solo sull’egoismo.

Rosaria Brancato