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Confesercenti: “A Messina saldi deludenti, il sistema va cambiato”

di Carmelo Caspanello
MESSINA – Saldi sconfortanti a Messina, terza città metropolitana della Sicilia, ed in provincia. Chi si aspettava una boccata di ossigeno dopo il biennio caratterizzato dalla pandemia, è chiamato a fare i conti con un bilancio deludente. Lo stato d’animo dei commercianti è sintetizzato nella dichiarazione del presidente provinciale di Confesercenti, Alberto Palella: “Lo scontento – chiosa – è evidente”. Quanto basta per fotografare lo stato di salute del commercio nella Città dello Stretto, dove parecchio è stato fatto in occasione delle festività natalizie, con eventi musicali di alto livello che hanno richiamato a Messina migliaia di persone e l’isola pedonale in centro e lungo il viale principale, che proseguirà ancora per qualche mese. Ci si aspettava di più una volta chiusa la parentesi, proficua, delle feste. Ma così non è. A Messina, come nel resto della Sicilia. In tutta l’Isola, infatti, l’effetto è sotto le aspettative, come sostiene Confesercenti una volta analizzati i dati a 15 giorni dall’avvio della stagione invernale dei saldi.

I motivi del mancato successo

A tracciare un primo bilancio è Fismo Confesercenti Sicilia. “Sul mancato successo dei saldi invernali 2022 – viene specificato – hanno inciso vari fattori tra cui il clima che ha toccato temperature primaverili fino a qualche giorno fa. L’anticipo dei saldi al 2 gennaio ha inoltre frenato gli acquisti di moda come regalo da mettere sotto l’albero e gli acquisti personali”. Il presidente di Fismo Catania Francesco Musumeci spiega che “nella città etnea, dopo l’entusiasmo delle prime 48 ore, l’euforia per i saldi si è spenta”. “Nessuna fila alla casse o ai camerini neppure a Palermo già a partire dal quarto giorno di saldi”, fa eco Massimo Mangano, vice presidente di Confesercenti Palermo, titolare di un negozio di calzature multimarca. “La vivacità dei primi giorni non basta a segnare un’inversione di tendenza – aggiunge – soprattutto per le piccole aziende a conduzione familiare che con questo andazzo, sono destinate a restare ai margini e chiudere”. La situazione non è diversa nelle altre città siciliane. L’atteso boom, insomma, non c’è stato.