Accorinti attacca frontalmente Calabrò sul dissesto del Comune: è anche colpa sua

Ha iniziato la sua campagna elettorale da pacifista e la conclude da “incendiario”. In vista del ballottaggio di domenica e lunedì, Renato Accorinti è diventato irrefrenabile ed i suoi attacchi nei confronti dell’avversario politico, il candidato sindaco del centro-sinistra Felice Calabrò , sono sempre più diretti e destinati ad alzare non solo i toni ma anche la tensione in questo sprint elettorale . Il leader di “Cambiamo Messina dal basso” interviene, con una nota, sul dissesto finanziario del Comune di Messina , per rappresentare la situazione di grande incertezza nei numeri che affossano l’ente ma anche per colpire “dritto al cuore” il suo avversario.

«Il dissesto è un grave danno all’economia. Occorre percorrere ogni strada per evitarlo» è il pensiero espresso da Accorinti nel suo documento, nel quale invoca « piena luce sulle responsabilità politiche e amministrative di una gestione confusa e pasticciata che coinvolge tanto i vertici dell’Amministrazione che lo stesso Consiglio Comunale». E l’attacco frontale nei confronti del suo sfidante non si fa attendere: «Anche Felice Calabrò, come capogruppo del Pd in Consiglio, dovrebbe spiegare alcune scelte sbagliate, senza dimenticare che una parte significativa della coalizione che lo appoggia ha contribuito a creare questa situazione allarmante».

A proposito del piano di riequilibrio predisposto dal Commissario e approvato dal Consiglio, Accorinti ricorda la bocciatura da parte dell’organo consiliare della « convenzione con l’AMAM su cui si reggeva circa il 40% dello stesso piano. Il piano – scrive – verrà dunque bocciato dalla Corte dei Conti». Il “pretesto” è perfetto per tornare a puntare il dito contro il suo sfidante, rimarcando che «anche Felice Calabrò, che dice adesso di sapere come affrontare la situazione, era capogruppo nello stesso Consiglio che ha approvato un piano di rientro inesistente, portando di fatto la città a un millimetro dal dissesto».

«Perché è stato approvato un piano di riequilibrio fondato su basi inesistenti?» si domanda Accorinti, che prosegue sull’onda lunga della polemica: «l’opinione dei revisori dei conti sulla convenzione era ben nota e il parere dell’Avvocatura dello Stato non ha fatto altro che consacrarne la validità. Inoltre, lo stesso Calabrò era forse troppo distratto dalla campagna elettorale per rendersi conto che il 30 aprile sarebbe scaduto il termine per l’accesso del Comune agli “spazi finanziari” del DL 35/13 (il “salva comuni”). Ottemperando a tale scadenza, la città di Messina avrebbe potuto accedere ad una anticipazione presso la Cassa Depositi e Prestiti per il 62% del debito (circa 250 milioni), aiutando imprese e attività economiche messinesi in credito col Comune e rimodulando su un orizzonte trentennale il rientro dalle esposizioni. Una iniezione di liquidità immediata che, oltre a sanare quasi due terzi dei debiti, avrebbe probabilmente consentito di affrontare con maggiore agevolezza la condizione di deficit strutturale che (a causa delle precedenti cattive gestioni) affligge in maniera conclamata il bilancio comunale».

Accorinti ha, dunque, ha una convinzione e la esprime senza troppi giri di parole: « Calabrò (che impartisce dotte lezioni di economia finanziaria) dovrebbe piuttosto spiegare: 1) perché non ha proposto le sue risolutive ricette al momento della discussione del piano di rientro, approvando un piano condannato alla bocciatura; 2) perché non ha proposto una mozione per impegnare il Commissario all’attivazione degli “spazi finanziari” che avrebbero consentito di saldare immediatamente quasi due terzi e di risolvere una parte importante del “buco” creato dalla mancata approvazione del contratto di servizio con l’AMAM. Anche una parte significativa della coalizione che appoggia Felice Calabrò – continua il pacifista – ha tra l’altro contribuito a creare questa situazione allarmante. Lo stesso candidato Sindaco dovrebbe chiedere chiarezza ai suoi stessi alleati su questa emergenza economica».

I responsabili del quasi fallimento del Comune di Messina , in fondo, il leader di “Cambiamo Messina dal basso”, li ha già trovati tanto da sentenziare che, in caso di dissesto conclamato, «la colpa sarà interamente di chi ha precedentemente partecipato all’amministrazione e alla gestione politica della città».

Dopo aver ricevuto in redazione la nota di Accorinti, avremmo voluto concedere il diritto di replica a Calabrò, ma non siamo riusciti a metterci in contratto con lui. Intanto, dal quartiere generale del candidato sindaco del centro sinistra si apprende che a chiudere la campagna elettorale di Calabrò arriverà a Messina il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

Danila La Torre