Marefestival: cinema, moda, teatro, libri e... la guerra del cappero

Marefestival: cinema, moda, teatro, libri e… la guerra del cappero

Rosaria Brancato

Marefestival: cinema, moda, teatro, libri e… la guerra del cappero

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lunedì 24 Luglio 2017 - 05:05

Chiuso il sipario sulla VI edizione di Marefestival, carovana itinerante che ha fatto tappe a Messina, Milazzo, Salina.

C’è l’attore-regista-sceneggiatore Edoardo Leo, talento che esprime il nuovo cinema italiano coraggioso e mai superficiale (dall’ormai “cult” di Smetto quando voglio a Perfetti sconosciuti che vedrà remake negli Stati Uniti e in Francia), ci sono le stiliste siciliane che dai colori della nostra terra prendono ispirazione. C’è il dibattito sull’Autonomia siciliana con il libro dell’ex assessore Gaetano Armao, c’è la solidarietà con i progetti per l’Africa, c’è l’omaggio ai siciliani emigrati e diventati famosi nel mondo con la mostra di Franco Maricchiolo. E c’è il sindaco di Santa Marina di Salina, Domenico Arabia che nel consegnare il premio Troisi ad Edoardo Leo che nel film Perfetti sconosciuti cita tra le bellezze del Paese proprio Salina, fa un appello: “La promozione per noi è importante e colgo l’occasione per fare un appello, salvate il cappero di Salina, che è prodotto tipico di quest’isola e che non ci lasceremo scippare da nessuno….”.

E’ così che sul palco di Marefestival irrompe la guerra del cappero che sicuramente renderà rovente i prossimi mesi. Già, perché la vicina Lipari, forte dei suoi numeri quanto a turismo (e anche di big politici vicini all’isola), ha presentato richiesta per il “cappero Dop”, sorvolando sul fatto che le distese di capperi sono soltanto a Salina…. Coltivate da generazioni e generazioni di persone.

E i 3 sindaci dei comuni di Salina (Malfa, Leni e Marina di Salina) hanno stretto una Santa alleanza per difendere il marchio. Se Il Postino di Troisi ha portato il nome dell’isolotto nel mondo attraverso il cinema, il cappero ha fatto altrettanto attraverso le tavole e i fornelli. I sindaci stanno preparando le contromosse per difendere un prodotto che è frutto di questa terra e non importato e inscatolato, e il palcoscenico del Marefestival è stata la prima avvisaglia di una battaglia che si giocherà, purtroppo, sulle trincee della politica nelle quali non sempre vince il migliore.

Tornando alla manifestazione l’ultima serata è stata la giusta sintesi delle tappe precedenti: Messina, Milazzo, Malfa, Santa Marina di Salina.

Protagonisti del Marefestival sono stati la moda, il teatro, il cinema, la fotografia, la comicità, la cultura.

Se il dibattito su uno Statuto speciale mai attuato e diventato di volta in volta alibi o capestro ha appassionato i presenti all’incontro con Gaetano Armao, autore di “Redimibile Sicilia, l’autonomia dissipata e l’opportunità dell’insularità”, poco distante i bambini hanno applaudito il noto scrittore Luigi Dal Cin (che coniuga saggezza e divertimento). Le sfilate delle stiliste siciliane e calabresi hanno incantato il pubblico al tramonto (raffinati i quadri moda di Tella Tella, Enrica BV, da incorniciare le creazioni di accessori rigorosamente di “casa nostra” di Handmade Sicily e Porque Pas Salina, piccole opere d’arte e pezzi unici ).

Mentre gli italiani si dividono tra chi vorrebbe chiudere per sempre le porte ai migranti e chi crede nella cultura dell’accoglienza, le foto della mostra di Franco Maricchiolo ci raccontano di quei nostri antenati che sulle navi hanno messo i loro sogni e le loro ferite, per diventare poi famosi nel mondo.

Arabia, sindaco di Santa Marina, ha spiegato come il comune si stia ormai spopolando “d’inverno non ci sono più neanche i giovani, perché vanno tutti via per studiare o trovare lavoro, ma la nostra speranza è riuscire a dar loro, una volta formati, opportunità qui. A settembre organizziamo ogni anno un evento per quanti, da Salina, hanno fatto fortuna nel mondo”. Dagli scogli di Salina c’è chi ha creato la sua fortuna in Australia e per chi sta fuori, l’amore per la terra lasciata è sempre più forte di quello che abbiamo noi che restiamo.

Sul palco, tra le risate di una Gabriella Germani che ci ha fatto sorridere sulle donne in politica e le note di Chiara Taigi (in ricordo di Paolo Limiti), è stato Edoardo Leo a raccontare il suo percorso d’artista in un mondo, quello del cinema italiano che deve competere con i colossi americani, colossi anche sotto il profilo del budget.

“Il prezzo del biglietto è sempre lo stesso, però mentre un regista americano può dire è crollato il porto di Salina e te lo fa vedere con scene d’azione, noi possiamo dire, ci hanno detto che è crollato il porto di Salina…. Però poi, per fortuna, ci sono intuizioni geniali come quella di Perfetti sconosciuti o di Smetto quando voglio, che è diventato un sequel che ci danno la forza di continuare….”.

Targhe d'argento ai 35 anni di Taormina Arte (ritirata da Ninni Panzera) ed a Rai movie (media partner della manifestazione), ritirata da Fabio Longo, della direzione Rai.

Maria Grazia Cucinotta, madrina della manifestazione, ha presentato il corto metraggio “il compleanno di Alice”, contro il bullismo che sta devastando le vite dei nostri figli. Spazio alla solidarietà con la premiazione all’associazione Winch Energy (il progetto per la diffusione dell’energia elettrica in Africa) e con l’adozione da parte di Marefestival di un bimbo a distanza (una bimba per l’esattezza), grazie all’associazione Misolida Onlus. Dopo la mezzanotte, dal 20 al 22, l'appuntamento con la musica fino all'alba è stato con la "regina" del dj set, Helen Brown.

Con Catena Fiorello si è chiuso il sipario sulla VI edizione di un festival che cresce di anno in anno e che proietta l’immagine di Salina oltre i confini della Sicilia utilizzando i veicoli dell’arte, come strumento di promozione di una terra che non è solo mare e sole, ma è storia, tradizione, culla di civiltà.

Rosaria Brancato

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