Elettrodotto Terna. L’appello al capo dello stato

E’ un coro unanime di “no” quello che parte dai sindaci dei comuni della riviera tirrenica.
Villafranca, Valdina, Roccavaldina, S.Filippo del Mela, Pace del Mela, S.Piero Niceta, Condrò. Tutti insieme per ribadire “l’assoluta contrarietà” ai tratti aerei dell’elettrodotto Terna.
“Pur considerata l’indiscutibile valenza strategica rappresentata dall’opera, intesa come primo passo verso l’ammodernamento dell’intera rete di trasmissione siciliana dell’energia elettrica – fanno sapere i sindaci -, il tratto aereo dell’elettrodotto interessa territori di grande interesse paesaggistico e naturalistico”.

Questo senza considerare che il comprensorio del Mela è stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale, “dettaglio” trascurato in fase di pianificazione e progettazione dell’elettrodo.
Interesse paesaggistico a parte, quello che i sindaci contrari ribadiscono a maggior ragione è il pericolo per la salute degli abitanti, rischio causato dagli effetti delle radiazioni elettromagnetiche.
“Sulla pericolosità non vi è dubbio – scrivono i rappresentanti dei centri tirrenici -, sia in termini di eventi acuti che di mutazioni del patrimonio genetico del Dna da parte dell’ozono che si forma per effetto delle scariche elettriche. Ancorché – proseguono- tale effetto dovesse interessare una sola vita umana, si impone l’adozione di altra soluzione, più compatibile con il principio di precauzione”.

La protesta arriva anche dall’avvocato Antonino La Rosa del Coordinamento ambientale e tutela del territorio: “La società Terna S.p.A., incurante delle richieste provenienti dalle amministrazioni locali, pur avendo riconosciuto le criticità del progetto, senza attendere gli esiti dei ricorsi pendenti e discussi nelle opportune sedi, in violazione del rigetto di una istanza cautelare, manifesta l’intenzione di procedere allo scellerato progetto”.
“Terna, contravvenendo a specifiche procedure di informazione e di coinvolgimento delle popolazioni interessate – prosegue l’avvocato La Rosa – ha fatto di tutto per tenerlo nascosto, tant’è che da quando si è avuta conoscenza, dal 2010, si susseguono moti spontanei di protesta provenienti dalle comunità di cittadini che prendono coscienza del problema, allarmati dalle probabili conseguenze negative”.

L’ultimo, disperato, grido d’allarme è per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Noi non vi chiediamo di abbandonare il progetto, per quanto non ne capiamo l’utilità tenuto conto che la Sicilia è produttrice di energia in esubero, vi chiediamo che venga rispettato il nostro habitat naturale, i nostri centri urbani, la possibilità di utilizzare i nostri luoghi quale strumento di un rilancio economico, la nostra salute”.