Alecci lascia Messina: “Il dissesto non è solo economico ma morale e tutti sanno bene di chi è la responsabilità”

Come Prefetto, Francesco Alecci, per cinque anni e tre mesi ha traghettato questa città aiutandola ad attraversare il commissariamento, le alluvioni le tante vertenze, ma la sta lasciando ad un passo dal dissesto economico. Nel suo saluto ai giornalisti oggi il rappresentante del Governo non ha risparmiato parole amare per quanti hanno ridotto questa bella città in questo stato. “Purtroppo il dissesto di Messina non è solo un dissesto economico, ma morale e soprattutto il segno del mancato attaccamento della gente alla propria città. Ciascuno di noi è responsabile di quello che sta accadendo”. Parole amare ma che contengono una luce di speranza: “il positivo, il buono e il bello che c’è a Messina sono i cittadini onesti. Quelli per i quali Messina merita di rinascere e ai quali deve essere riconsegnata. Perché non si danno cose buone a persone cattive. Non si possono dare cose buone a chi non le merita”. Allo stesso tempo il prefetto Alecci ha invitato tutti ad avere chiaro “che non c’è persona, amministratore, politico, dirigente e semplice cittadino che possa affrancarsi da questa situazione in cui Messina si trova. Perché per fare Messina bella dobbiamo eliminare le persone che l’hanno ridotta così. E per farlo bisogna scegliere buoni amministratori e buoni rappresentanti al Parlamento”. Non serve fare cose epocali “Se ti allei con chi come te vuole liberare questa città da chi le ha fatto del male, cominci a lavorare per costruire questa nuova Messina. E lo si può fare dopo la messa, andando a prendere il figlio a scuola. Occorre che ciascuno riprenda in mano singolarmente la gestione di questa città, che la senta sua. Ci vuole una ripresa degli ideali”. Anche perché come spiega Alecci non si può fingere che le cose stiano diversamente. “Ormai non esistono persone ignoranti, basta accendere il televisore, collegarsi ad internet, leggere un giornale per capire cosa c’è che non va e soprattutto avere chiaro di chi sono le responsabilità. Chi ha il potere economico in questa città non vuole che le cose cambino, ma se i cittadini vogliono possono fare la differenza”. Il Prefetto non ha dubbi: “le persone devono avere rispetto per i loro rappresentanti, ma quest’ultimi devono comportarsi in modo tale da meritare il rispetto della gente”.
“Dodici anni fa sono stato nominato Prefetto e sono tornato nella mia terra (è nato Catania, ndr). Da quel giorno ho sempre svolto il compito con dedizione perché per me il rappresentate del Governo deve essere di ausilio e supporto. E ancora oggi mi ritengo fortunato a fare questo lavoro e mi riconosco nell’attuale Governo nazionale. Mi scuso con i messinesi se qualche sabato e domenica non sono stato in città, ma avevo due bimbi di 9 e 6 anni che avevano bisogno del loro papà. E proprio a loro ho portato ritagli dei giornali nei quali si parlava di quello che facevo. Perché dovevano sapere che il loro papà non c’era per loro, perché aveva un lavoro importante da svolgere e che lo faceva con serietà”.