Interventi sulla fontana Gennaro: alberi, ringhiera e restauro

A causa delle avverse condizioni atmosferiche dei giorni scorsi, il forte vento di scirocco ha spezzato uno dei tre rami di un albero limitrofo alla fontana Gennaro, caduto sulla recinzione dell’attuale fonte. La caduta ha divelto la ringhiera, caduta giù dal basamento, ma il monumento non ha subito danni. L’assessore all’arredo urbano, Elvira Amata, ha fatto intervenire una squadra di operai che ha constatato che l’albero, ormai marcio, poteva, a seguito di ulteriori avversità atmosferiche, compromettere seriamente la salvaguardia della fontana seicentesca, ed ha quindi provveduto al taglio dell’essenza arborea similpepe.

Per la ringhiera da risistemare e riposizionare come in origine, sono stati contattati gli uffici interessati e l’AMAM, incaricata della manutenzione delle fontane della città, e l’assessore Amata ne ha disposto il ripristino. Stamani gli operai AMAM hanno risistemato la fontana con i getti d’acqua, mentre gli operai del Comune hanno riposizionato la ringhiera e provveduto alla pulizia di tutte le aiuole attorno al monumento.

L’assessore all’ambiente ha preso ulteriori contatti per completare il restauro mediante l’ausilio di associazioni volontarie e con la collaborazione di esperti restauratori, con il parere e le indicazioni della Soprintendenza ai Beni Culturali. A breve, quindi, verrà restituita alla cittadinanza una delle più rare sopravvivenze delle numerose fonti pubbliche nate per deliberazione del senato messinese tra il cinquecento e seicento. La fontana su un basamento al centro di una vasca ottagonale in marmo rosso esalta la figura di Acquario, nelle fattezze di un giovane sul globo celeste dello zodiaco; le mani reggono due anfore.

Prima del 1908 la fontana era orientata verso sud, al centro di uno slargo tra la via del Corso e la via dei Bisolari, poco distante dal sito attuale. Sul muro del palazzo adiacente era apposta una targa con incisi la dedica al sovrano Filippo III, i nomi dei senatori committenti dell’opera, Pietro del Pozzo, Giuseppe Stagno, Antonio Cesare Aquilone, Paolo Adornetto, Carlo Ventimiglia, Giovan Pietro Arena, e la data 1602. L’epigrafe era “Nimpha olim, modo limpha, demum felicior Urbis/Quando decus, latices contigit esse meos”. Dopo la ricostruzione seguita al sisma, con un diverso assetto dell’area, fu ricollocata, nel 1932, dopo il restauro, nell’attuale sito.

La fontana deve probabilmente il popolare appellativo di “fontana di Gennaro” al periodo dell’anno in cui il sole entra nella costellazione dell’Acquario. Sebbene ignoto il nome dell’autore, il manufatto è stato da più parti avvicinato ai modi di Rinaldo Bonanno, artista locale di cultura montorsoliana morto nel 1590. Più recentemente, proprio per questa analogia montorsoliana, è stata ipotizzata una attribuzione a Lorenzo Calamecca.