Coglitore: «A questo punto il dissesto è inevitabile»

A Palazzo Zanca l’aria è tesa, i corridoi sono vuoti e l’insolito silenzio fa quasi più paura delle proteste rumorose che per settimane hanno popolato il Comune. La rabbia si è trasformata in rassegnazione e l’ultimatum lanciato dalla Corte dei conti viene percepito, dentro e fuori le mura dell’ente , come il preludio di un fallimento ormai inevitabile. Per mesi, la parola dissesto è stata usata, abusata e a volte persino invocata, ma oggi che quello spettro sta per diventare realtà si ha timore a pronunciarla, quasi a volerla esorcizzare. Nessuno osa chiedere cosa potrebbe succedere da qui ai prossimi trenta giorni, forse perché tutti sanno esattamente cosa succederà. Il Comune farà crack e il default diventerà lo status economico di Palazzo Zanca, dove lacrime e sangue non basteranno più a far rialzare l’ente.

Sull’esito dell’iter avviato dalla Corte dei Conti, sembra non avere più dubbi neanche il ragioniere generale, Ferdinando Coglitore. «Secondo me a questo punto il dissesto è inevitabile» è il suo commento. Generalmente impassibile, anche dinanzi alle dure contestazioni sul suo operato, che in questi anni non sono mancate da parte di alcuni consiglieri comunali, questa volta il dirigente di palazzo Zanca è scosso, perché quell’ordinanza dell’organo di controllo non elenca solo le criticità dell’ente , dando una serie di disposizioni sulle misure correttive da adottare nel termine perentorio di trenta giorni, ma bacchetta «i responsabili dei servizi », che non hanno fatto abbastanza per evitare, come invece era nei loro poteri, che si venisse a creare una situazione economica caratterizzata da crescenti debiti per l’ente; dal persistente disallineamento tra i bilanci del Comune e quelli delle partecipate; dai continui ricorsi alle anticipazioni di cassa; da una dismissione patrimoniale fallimentare. La Corte dei Conti “accusa”, in pratica, i tecnici di essere stati inermi o peggio di aver contribuito al fallimento del Comune, avallando politiche finanziarie dannose per l’ente.

La magistratura contabile ha mandato gli atti in Procura e Coglitore sa bene di essere, insieme ad altri dirigenti comunali, un “osservato speciale”, ma per adesso non si sofferma su questo punto e più che al suo destino pensa a quello del Comune, che sembra essere segnato: «A meno che non succeda un miracolo, sarà impossibile realizzare le cose che ci chiede la Corte dei Conti in trenta giorni. Servirebbe più tempo, molto più tempo per fare ciò che ci dicono».

L’unica via d’uscita in questo momento potrebbe, quindi, essere una proroga alla scadenza di 30 giorni imposta dall’organo di controllo in base a quanto prevede il Testo unico degli Enti Locali, ma il Ragioniere Generale dice di non sapere se il commissario straordinario, Luigi Croce, è intenzionato a chiedere alla Corte dei Conti uno slittamento dei termini, confermando quello che ormai è noto a tutti, e cioè che tra il reggente di Palazzo Zanca ed i dirigenti dell’area economico-finanziaria la comunicazione è quasi inesistente. (Danila La Torre)