Alle prime ore di questa mattina, a conclusione di complesse e articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovani BOMBARDIERI, il Commissariato di P.S. di Siderno [RC] ela Squadra Mobile, con il concorso operativo degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere n. 7229/2014 R.G.N.R. D.D.A., n. 4158/2015 R.G.G.I.P D.D.A. e n. 26/2018 R.O.C.C. D.D.A., emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria in data 08 luglio 2020, su richiesta della D.D.A.,nei confronti dei seguenti soggetti, ritenuti responsabili di aver partecipato, con ruoli diversi, ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina
:
[cognato di Mammoliti Francesco nonché nipote di Giorgi Giuseppe
classe1961 alias “u capra”, arrestato in data 02.06.2017 dopo una
latitanza di ventitré anni e condannatoa 28 anni e 9 mesi di reclusione
per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti,
considerato figura di spiccodella famiglia “Giorgi-Romeo”
denominata“Stacchi”]
; LAGANA’ Giovanna, nata a Reggio Calabria il 13.06.1968, ivi residente [coniugata con Parrelli Francesco];LUCIANO Vincenzo, nato a Torino il 25.11.1980, residente a Siderno [RC];MAMMOLITI Domenico, nato a Locri nato il 16.12.1968, residente a Bovalino [RC], [sottoposto al regime degli arresti domiciliari, fratello di Mammoliti Francesco e Antonio];MAMMOLITI Francesco, nato a Locri [RC] il 03.02.1973, residente a Bovalino [RC], [attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari, fratello di Mammoliti Antonio e Domenico, nonché cognato di Giorgi Giovanni, alias “ U Famosu”];PARRELLI Francesco, nato a Ciminà [RC] il 09.06.1969, residente a Reggio Calabria, [coniugato con LAGANÀ Giovanna];PELLEGRINO Antonio[di Domenico e Filastro Maria], nato a Locri [RC] il 24.05.1996, residente a Careri [RC];PELLEGRINO Domenico, nato a Careri [RC] il 13.05.1971, ivi residente [attualmente detenuto, coniugato con Filastro Maria e padre di Pellegrino Antonio];SCARFONE Vincenzo, nato il 03.09.1981 a Melito di Porto Salvo [RC], residente a Caraffa del Bianco [RC],
[attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari]
.
Sono attivamente ricercati, anche all’estero, altri due soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo.
L’attività di indagine condotta dal Commissariato di P.S. di Siderno inizialmente per la cattura del latitante MAMMOLITI Rocco[arrestatonei Paesi Bassi dalla Polizia Olandese il 9 giugno 2016 ed estradato in Italia il 18 agosto dello stesso anno], nelle sue ulteriori progressioni investigative sviluppate – sotto le direttive del Procuratore Aggiunto Giuseppe LOMBARDO e dei Sostituti Procuratori Diego CAPECE MINUTOLOe Alessandro MOFFA -con il supporto di molteplici intercettazioni telefoniche ed ambientali,consentiva di:
Impressionante era la capacità dei fratelli MAMMOLITI [Francesco e Domenico]e GIORGI[Giovanni] di movimentare quantitàconsistenti di cocaina da un giorno all’altro senza soluzione di continuità. Ad esempio, il 6 novembre 2015,dall’attività tecnica emergeva chei MAMMOLITI consegnavano6 panetti di cocaina a FERRINDA Giuseppe per la successiva distribuzione allo staff dei corrieri. Due giorni prima gli stessi MAMMOLITI avevano dato ai FERRINDA [Antonino e Giuseppe], deputati allo stoccaggio della sostanza stupefacente, altri 12 panetti di cocaina.
Erano sempre i fratelli MAMMOLITI [Francesco e Domenico] a gestire in prima persona – e con estrema professionalità- le trattative illecite[quantità e modalità di consegna]occupandosi, in funzione del ruolo da loro ricoperto diorganizzatori del sistema criminale, della consegna della droga attraverso i coniugi PELLEGRINO Domenico e FILASTRO Maria,nonché per mezzo di SCARFONE Vincenzo, nella veste di fidatissimi sodali, tratti in arresto rispettivamente in data 07 gennaio 2016 e 20 febbraio 2016.
Lo stesso va detto per i fratelli GIORGI [Giovanni e Giuseppe] che in più occasioni venivano intercettati nel daredisposizioni aiconiugi PELLEGRINO sulla percentuale di taglio che dovevano applicare ad una determinata partita di cocaina.
I PELLEGRINO si occupavano tanto del confezionamento sotto vuotodello stupefacente che del trasporto – in qualità di corrierial servizio dei MAMMOLITI e dei GIORGI- consegnando la cocaina in Sicilia [in provincia di Messina e Catania] e in Puglia [in provincia di Bari, Brindisi, Taranto e Lecce]e ricevendo la contropartita economica che veniva versataai capi dell’organizzazionepresso la macelleria di proprietà di Domenico PELLEGRINO.In una delle tante trasferte nelle province di Taranto, Lecce e Brindisi, in un solo pomeriggio PELLEGRINO Domenico, la moglie FILASTRO Maria e LAGANÀ Giovanna, consegnavano per conto dei fratelli GIORGI Giovanni e Giuseppe, quantitativi di cocaina equivalenti all’importo di 340 mila euro in banconote di vario taglio, raccolte in “mazzette” – quali corrispettivo del narcotico venduto – e occultate all’interno del vano ricavato nell’autovettura in quantità tale da far dire all’associata FILASTRO Maria che “… la macchina le sta vomitando …”, ovvero che erano così tante da non essere contenute nel nascondiglio.
Deputati allo stoccaggio dello stupefacente erano i FERRINDA [Giuseppe e Antonio], padre e figlio che godevano della più ampia fiducia da parte dei vertici del sodalizio a cui erano risultati organici, all’interno della loro proprietà, sita a Rizziconi, che di volta in volta veniva messa a disposizione dei corrieri PELLEGRINO [Domenico, Antonio] FILASTRO Maria, PARRELLIFrancesco, LAGANA’ Giovanna, SCARFONE Vincenzo e LUCIANOVincenzo.
LUCIANO Vincenzo, anch’egli intraneo al gruppo criminale, consegnava ovvero riceveva, in maniera sistematica per conto del sodalizio criminale capeggiato dai MAMMOLITI e dai GIORGI, quantitativi ingenti di cocaina.
La figura di SCARFONE Vincenzo emergeva nel 2015 quando incontrava i germani MAMMOLITI ma assumeva un ruolo attivo all’interno dell’organizzazione criminale all’indomani dell’arresto dei coniugi PELLEGRINO, avvenuto il 7 gennaio 2016. Dalle attività tecniche emergeva che lo SCARFONE predisponeva un vano nascosto all’interno della propria autovettura Renault “Koleos” per il trasporto della sostanza stupefacente per conto dei MAMMOLITI. Era quindi del tutto evidente che SCARFONE Vincenzo fosse entrato a far parte dello staffdeicorrieri del sodalizio criminale effettuando, nel mese di febbraio 2016 e sino al suo arresto, diversi viaggi [in luogo dei coniugi PELLEGRINO] per la consegna della cocaina necessaria ad approvvigionare le piazze di spaccio messinesi e catanesi.
Le attività illecite connesse al narcotraffico proseguivano senza soluzione di continuità anche dopo gli arrestidi PELLEGRINO Domenico, FILASTRO Maria, e SCARFONE Vincenzo, a dimostrazione della spiccata capacità di riorganizzazione delsodalizio criminale.
IMAMMOLITI [Domenico, Francesco] e GIORGI [Giovanni], stante la loro qualità di capi, promotori ed organizzatori del sodalizio,derivante dalle condotte tenute nel corso delle indagini, sono destinatari della misura cautelare della custodia in carcere,ricorrendo il concretopericolo di reiterazione della condotta criminosanel continuare a dare direttive organizzative in merito alla continuazione degli episodi delittuosi connessi al contestato narcotraffico.
Parimenti, sono attinti dalla misura cautelare in carcere FERRINDA Antonio, FERRINDA Giuseppe, PELLEGRINO Domenico, PELLEGRINO Antonio, FILASTRO Maria, PARRELLI Francesco, LAGANA’ Giovanna, SCARFONE Vincenzo e LUCIANO Vincenzo i quali, in ragione del loro ruolo di partecipi all’associazione eper la ripetitività e proclività a delinquere, hanno dimostrato una chiara pervicacia operativa ed una sinergia fuori dal comune, mettendo a disposizione il loro personale e consapevole contributo alla realizzazione di operazioni illecite, anche di rilevante entità, con l’uso di sofisticati mezzi di comunicazione.
Dalle emergenze in atti si evince che il sodalizio criminale è riuscitoa movimentare, nel periodo compreso tra ottobre 2015 e febbraio 2016, circa 160 kg di cocaina per un valore all’ingrosso di 7 milioni di euro circa.
In conclusione, si rassegnano i ruoli dei soggetti attinti dal provvedimento restrittivo: