Aborti clandestini, oggi gli interrogatori dei medici

E' fissato per stamattina il primo confronto tra il giudice e i due medici fermati ieri nell'inchiesta sugli aborti clandestini a Messina. Il ginecologo Giovanni Cocivera ed il primario di Anestesia Giuseppe Luppino avranno così la possibilità di rendere la loro versione dei fatti che gli vengono contestati, e difendersi. Non è scontato però che i due parlino, visto che hanno il divieto di colloquio col difensore fino a dopo gli interrogatori. Non potendosi confrontare con i loro legali, potrebbero decidere di tacere, almeno per il momento. Il quadro delle accuse che il PM Marco Accolla pone a base del fermo è grave e fotografa un andazzo sconsolante, forse noto anche ad altri medici del Piemonte- Papardo. Concussione, peculato,e violazione delle norme sull'interruzione di gravidanza i reati ipotizzati, che cristallizzano la vicenda.

L'indagine, inizialmente affidata alla Polizia Stradale, è partita dopo un incidente stradale sospetto, nel 2014. Facendo luce sulla richiesta di risarcimento avanzata da una straniera la quale aveva lamentato un aborto come conseguenza di un sinistro, gli agenti si sono accorti che qualcosa non tornava, nella cartella clinica della donna. Di lì hanno analizzato altre interruzioni di gravidanza praticate dai medici del Piemonte.

La svolta alle indagini è però arrivata all'inizio di quest'anno, e l'aggiunta Giovannella Scaminaci, a lavoro sul caso insieme al sostituto Accolla, ha deciso di affiancare agli uomini della Stradale gli investigatori della Mobile. Ciò è accaduto perché una donna che aveva fissato un aborto dal dottor Cocivera ci ha poi ripensato, ed ha raccontato tutti agli investigatori. Non è stata l'unica. Un'altra giovane, inizialmente prenotata per un intervento di interruzione di gravidanza nello studio del ginecologo, ha poi fatto un passo indietro.

Intercettazioni telefoniche ed ambientali e le altre minuziose attività di riscontro degli investigatori, che tra la spazzatura dello studio clinico hanno trovato persino resti di feti, hanno convinto il magistrato a chiedere in tutta fretta il fermo dei due medici. Insieme al provvedimento di ieri, gli agenti hanno eseguito un corposo sequestro di atti, che ora saranno passati al setaccio.

Le indagini della Stradale e della Mobile, invece, vanno avanti per chiarire tutti gli aspetti emersi durante questi due anni di accertamenti.

Alessandra Serio