Muore a 49 anni dopo un calvario ospedaliero tra Messina e Palermo, aperta inchiesta

Aveva 49 anni e non una sola malattia seria alle spalle Vincenzo Raguseo, morto al Papardo lo scorso 17 febbraio dopo un calvario di tre settimane Messina e Palermo. Adesso la Procura, su denuncia dei familiari, vuole capire cosa è successo durante la trafila ospedaliera, che non è servita a salvare il commerciante messinese, e stabilire se ci sono eventuali responsabilità.

Il caso è affidato al sostituto procuratore Annalisa Arena, che ha disposto la riesumazione del cadavere e ordinato l’autopsia. L’esame medico legale sarà effettuato stamattina all’obitorio del Policlinico. Il titolare del noto negozio di intimo in centro città, da tutti conosciuto come Cesare, il 29 gennaio scorso aveva accusato una forte e improvvisa febbre, tanto da doversi presentare al pronto soccorso dell’ospedale di Sperone.

Lo stato del suo cuore, particolarmente debole, preoccupava i medici, che hanno deciso di ricoverarlo e, cinque giorni dopo, di collegarlo ad una macchina per sostenere il muscolo cardiaco. Il responso ai familiari è stato tragico: Cesare aveva bisogno di un trapianto di cuore.

Dopo qualche giorno in terapia intensiva, il commerciante è stato trasferito all’Ismett di Palermo, per essere dimesso il 16 febbraio. I medici palermitani, poco prima delle dimissioni, avevano detto ai familiari che la spina dei macchinari poteva essere staccata e che poteva tornare al Papardo, dove è stato trasferito in elisoccorso.

Qui, il suo cuore non ha retto neppure 24 ore: è spirato il 17 febbraio per delle complicanze cardio respiratorie.

Il sospetto dei familiari è che le condizioni dell’uomo fossero compromesse già da giorni, e che l’intervento sanitario avrebbe dovuto essere tempestivo, al ricovero.

Per questo si sono affidati agli avvocati Daniele Pagano e Desirè Giacobbe e hanno sporto denuncia ai carabinieri di Faro Superiore. La magistratura ha quindi avviato gli accertamenti e disposto l’acquisizione della cartella clinica di Raguseo, insieme a tutta la documentazione medica.

Oggi sarà effettuato l’esame medico legale, dal quale il magistrato titolare del caso si aspetta innanzitutto di sapere l’esatta causa del decesso, per poi capire se la morte del quarantanovenne poteva essere evitata o se i medici hanno fatto tutto il possibile, senza poterlo salvare.

Alessandra Serio