La Regione boccia Magistri, ma continua a tagliare posti letto. Insorgono i sindacati

Le stringenti disposizioni introdotte dalla legislazione nazionale in tema di razionalizzazione e di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale impongono ulteriori ed importanti misure per adeguare la produzione di salute al nuovo sistema parametrico di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, basato sui fabbisogni e costi standard, ma non può essere accettata una operazione di “tagli lineari nazionali e regionali” che continuano a produrre solo tagli indiscriminati di risorse e caduta verticale dell’assistenza ai cittadini, senza nessuna riqualificazione della spesa e rimodulazione dei servizi. Non è possibile subire ancora una volta tagli di posti letto ospedalieri senza l’attivazione e l’operatività della medicina territoriale con dei reali percorsi socio-sanitari.

La denuncia arriva dai segretari generali di CISL e UIL Funzione Pubblica Calogero Emanuele e Pippo Calapai che scendono in campo contro la proposta della nuova rimodulazione della rete ospedaliera Siciliana presentata dall’Assessorato Regionale alla Salute che prevede per la provincia di Messina 1623 posti letto per acuti ovvero una ulteriore decurtazione di 244 posti letto. “Già con la precedente rimodulazione ospedaliera la provincia di Messina ha subito tagli per ben 561 posti letto per acuti e non compensati con un’adeguata offerta sanitaria territoriale che avrebbe dovuto contenere i disagi della popolazione messinese. Dei 244 posti letto soppressi ben 127 per acuti vengono tagliati all’ASP di cui quasi il 50% afferenti all’area di Medicina generale senza una vera rete organizzativa per poter assicurare le prestazioni di assistenza medica di base che dovrebbero essere espletate potenziando il territorio. Di contro – continuano Emanuele e Calapai – si assiste che presso le UU.OO. di medicina vengono ricoverati anche pazienti con patologie che necessitano di un’assistenza elevate per carenza di posti letto nelle UU.OO. di pertinenza. Subiscono dei tagli anche il Policlinico per ben 96 posti ed il Papardo-Piemonte per 21 posti. Le stesse valutazioni espresse dall’Assessorato alla Salute con il POCS del triennio 2013-2015 (Programma Operativo di Consolidamento e Sviluppo) appaiono poco convincenti in quanto legano i tagli dei posti letto in Sicilia ad un rafforzamento della sanità territoriale che a tutt’oggi risulta teorica e completamente inefficiente ove risulterebbero attivati in Sicilia 50 PTA (Presidi Territoriali di Assistenza), individuando addirittura anche quello dell’ex Ospedale Regina Margherita, da attivare entro il 31 dicembre 2013. Niente di più falso”.

Il giudizio di CISL e UIL resta fortemente negativo soprattutto relativamente ai tagli previsti sui posti letto e sulla soppressione di alcune unità operative. La riduzione dei posti letto con la individuazione di aree indistinte per gli ospedali di Mistretta e Lipari deve essere accompagnata da una dotazione organica congrua e di personale specialistico dell’Area per evitare ai cittadini utenti la mancanza di assistenza appropriata. Ne può ritenersi funzionale la creazione di équipe itineranti come quella di ortopedia e traumatologia, istituita presso il presidio ospedaliero di Mistretta che comporta inevitabilmente l’assenza del medico specialista nelle ore pomeridiane. Inaccettabile e vergognoso. Ci si aspettava, dopo gli impegni assunti dall’Assessore Lucia Borsellino nella sua visita presso il P.O. di Patti, la previsione nella nuova rete ospedaliera dell’Emodinamica, stante l’Area dei Nebrodi completamente sprovvista di tale importante Unità Operativa. Criticità anche per il P.O. di Barcellona P.G. ove non si giustifica la soppressione del Punto Nascita, stante le proroghe concesse agli altri Punti Nascita della Sicilia già destinati ad essere soppressi. Il predetto Presidio Ospedaliero attualmente è dotato di 65 posti letto e manca di Unità Operative essenziali per garantire l’emergenza-urgenza, addirittura manca di una guardia attiva cardiologica ed il Pronto Soccorso è costretto, a causa delle gravi carenze di posti letto e dalla mancanza di Unità Operative specialistiche, ad attuare in maniera frequente trasferimenti presso altri Presidi Ospedalieri, distanti anche centinaia di chilometri con l’impiego di Infermieri, Medici e mezzi. Per quanto attiene il presidio ospedaliero di Taormina non ci convince la soppressione di una delle due UU.OO. di Chirurgia stante i report altamente positivi prodotti dalle stesse. Non vorremmo minimamente immaginare che ad essere soppressa fosse la chirurgia ad indirizzo oncologico, unico fiore all’occhiello dell’Area oncologica rimasto a Messina. Di fatto – affermano i segretari generali Emanuele e Calapai – viene operato un altro scippo alla pari della soppressione dell’istituendo polo oncologico. Purtroppo l’Assessorato resta insensibile nei confronti dei pazienti più fragili del settore psichiatrico, restando nel dimenticatoio il ripristino dei 15 posti letto allocati presso l’ex presidio ospedaliero Piemonte, con i fortissimi disagi per tali soggetti particolarmente sfortunati e per le loro famiglie che spesso per carenza di posti vengono trasferiti anche fuori regione.

Per la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè “sembrerebbe un racconto horror ma purtroppo è l'interpretazione reale del copione sul SSR scritto dai vertici regionali, frutto un delirio apocalittico che nell'ultimo atto vuole vedere annientato l'intero apparato sanitario”. La FPCGIL ha immediatamente contestato nelle sedi opportune- dichiarano Clara Crocè Segretario Generale della FPCGIL Carmelo Pagana Segretario sanità e il coordinatore Antonio Trino – il metodo seguito nella scrittura e nella presentazione della bozza che, dettato da una tanto frettolosa quanto approssimativa tempistica ministeriale, non ha tenuto conto di un confronto di merito di carattere territoriale.

Per i sindacati si tratta di un Piano debole e non basato su studi adeguati e per questo chiedono un confronto urgente al tavolo regionale. Chiedono di confrontarsi con l’Assessore Lucia Borsellino, insieme ai rappresentanti dei cittadini, per verificare il grado di funzionalità delle strutture sanitarie territoriali e apportare quei correttivi necessari per non pregiudicare la qualità dei servizi resi ai cittadini.