A rischio l’approvvigionamento idrico. La Regione resta “sorda”

Sarebbe a rischio l’approvvigionamento idrico della Città della ceramica a causa delle precarie condizioni degli argini e del letto del torrente S. Stefano.

A lanciare l’allarme è il vice sindaco Fausto Pellegrino che ancora una volta sollecita gli uffici regionali competenti a interessarsi della grave e rischiosa situazione della primaria fonte idrica del Comune stefanese.

Il problema relativo ai lavori di ricostruzione e ripristino delle opere idrauliche nel torrente S. Stefano a protezione dell’acquedotto comunale non sarebbe nuovo ma addirittura risalirebbe al 2008 quando l’Ufficio del Genio Civile di Messina ne sollecitava l’urgenza ad intervenire. L’urgenza veniva dichiarata, successivamente nel 2011, anche dall‘Assessorato Territorio e Ambiente e dall’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza idrica.

Sulla base di questi incontri la Giunta regionale, nel 2012, aveva stanziato oltre 227 mila euro afferenti alla messa in sicurezza della sorgente idrica che, oltre a rifornire la cittadina stefanese, approvvigiona anche la frazione di Torremuzza nel comune di Motta d’Affermo.

Ma in maniera inspiegabile il finanziamento, dopo pochi mesi, fu ritirato nonostante l’emergenza.

Nella nota inviata agli assessorati regionali Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, al Territorio e Ambiente e alla IV Commissione, al Dipartimento Acqua e rifiuti e al Presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore comunale Pellegrino scrive: “Sottolineo ancora una volta l’indispensabile nuova assegnazione delle somme poiché le precarie condizioni degli argini e del letto del fiume potrebbero, in caso di piccoli dissesti, causare il blocco della fornitura idrica alla nostra Comunità con aggravi economici ed incombenze amministrative che non oso immaginare”.

La precaria situazione della sorgente idrica stefanese preoccupa tantissimo i ristoratori e i titolari dei numerosi B&B che vedono a rischio una stagione già fortemente penalizzata dalla crisi economica. (Salvatore Famularo)