Lavoro in nero, la vera piaga di Messina: stangate ad aziende e imprenditori

Più di 31mila euro di sanzioni amministrative, 29 aziende ispezionate, 85 posizioni lavorative controllate, 7 lavoratori completamente in nero, 3 i cantieri edili a cui è stata intimata la sospensione dell’attività imprenditoriale, uno il datore di lavoro denunciato per aver istallato e utilizzato un impianto audiovisivo privo dell’autorizzazione.

E’ ingente il bilancio delle intense settimane di lavoro dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Messina, impegnati nel contrasto al lavoro nero in città e provincia, nonché alla prevenzione delle morti bianche, alla salubrità dei luoghi. In particolare, d’intesa con il direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Messina Ing. Venerando Lo Conti, i militari hanno proseguito la vigilanza ispettiva in diversi settori commerciali e in edilizia, puntando l’attenzione sull’uso non autorizzato di impianti di videosorveglianza.

Stangata per le attività imprenditoriali di 3 cantieri edili a cui è stata intimata la sospensione perché, in violazione del testo unico 81/2008 a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, avevano una percentuale di lavoratori “ in nero” superiore al 20% della forza lavoro presente. Per poter ottenere la riapertura delle attività, gli imprenditori hanno così dovuto regolarizzare i dipendenti in nero e versare parte delle sanzioni amministrative, circa 5.850 euro, mentre dovranno, successivamente, versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti.

Una piaga dilagante nella nostra città, quella del lavoro in nero, a cui si "prestano" tutti coloro che, pur di riuscire a sbarcare il lunario, si lasciano "sottomettere" a condizioni lavorative talvolta disumane, con i rischi enormi in caso di infortunio e con nessuna sicurezza, un domani, all’atto di pensionamento. L’INPS, infatti, non trovando i versamenti contributivi, non riconoscerà mai la giusta e degna pensione.

Particolare attenzione, poi, agli impianti audiovisivi che, secondo legge, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali, oppure su autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro. L’uso di questi impianti, difatti, è uno strumento utile ai datori di lavoro per tenere alla larga i malintenzionati ma, al contempo, è anche un espediente per controllare i propri dipendenti, il che collide con quanto stabilito dallo Statuto dei Lavoratori e da quanto previsto dal Garante per la privacy che ne limita il campo di applicabilità.

Il lavoro certosino dell’Arma nella Tutela del Lavoro, ha l'obiettivo di mantenere stabili le garanzie per i lavoratori e gli standard di osservanza delle leggi in materia di lavoro: spesso è un’azione malsopportata dagli imprenditori inosservanti non solo delle garanzie per la tutela del lavoratore, ma inosservanti di ogni minima regola tributaria e contributiva che ne fanno spesso degli evasori totali a fronte di coloro che invece osservano e rispettano le leggi dello Stato e la libera concorrenza. Secondo le intese fra la Direzione Territoriale del Lavoro e il Comando Provinciale Carabinieri, continuerà con il massimo impulso l’attività ispettiva del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Messina, con l'obiettivo di verificare l'osservanza nei confronti del personale occupato delle norme di tutela dei rapporti di lavoro, di legislazione sociale, di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, a Messina come nelle altre aree urbane e rurali della provincia.

Veronica Crocitti