Cronaca

“Sapeva tutto, non ha detto niente. Neanche quando la compagna si è prima ammalata e poi aggravata”

MESSINA – Era da anni sieropositivo e lo sapeva bene ma aveva avuto rapporti senza precauzioni con diverse donne in diverse zone d’Italia, senza dire loro nulla. La compagna, in particolare, madre di loro figlio, era morta proprio perché contagiata e la malattia le era stata diagnosticata tardivamente.

Se il 55enne L. D. D. avesse parlato, almeno una volta aver saputo che la compagna era malata, forse le sorti della donna potevano essere diverse. Invece non l’ha fatto neppure quando lei si è aggravata.

La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Maria Vermiglio, è arrivata a questa conclusione ed è per questo che ha emesso un’ordinanza di arresto nei confronti dell’uomo, portato in carcere nel pomeriggio dai carabinieri.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina e condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, sono state avviate a seguito di una denuncia da parte della sorella della donna.

In un caso precedente riguardante una donna residente in nord Italia, l’uomo era stato assolto per insufficienza di prove sulla consapevolezza della propria sieropositività. Stavolta, invece, sarebbe stato accertato, con fonti documentali e plurime testimonianze, il momento in cui l’indagato ne è venuto a conoscenza.

Stessa storia anche ai danni dell’ultima compagna. Per questo caso, all’uomo è stato contestato il tentativo di lesioni gravissime.

Ora è al carcere di Messina Gazzi e dovrà rispondere dei reati di omicidio e lesioni personali gravissime.

“In attesa di poter leggere l’ordinanza custodiale – dice il legale dei familiari della vittima, Bonni Candido -, posso solo prendere atto dell’arresto, evidentemente frutto di approfondite indagini, mosse dalle nostre denunzie, e confermare piena fiducia nell’azione degli organi inquirenti. Attendiamo gli ulteriori sviluppi”.