I numerosi arresti delle ultime settimane mandano in tilt il già precario equilibrio del carcere di Gazzi

Della situazione esplosiva e ai limiti della vivibilità esistente all’interno del carcere di Gazzi abbiamo parlato in più occasioni (vedi articoli correlati). Abbiamo dato spazio agli appelli lanciati dalle diverse organizzazioni sindacali, abbiamo dato conto dell’evidente sproporzione numerica tra i dati del sovraffollamento e quelli relativi al corpo di polizia penitenziaria, abbiamo sottolineato come in ogni settore ci sia necessità di nuova linfa per razionalizzarne l’organizzazione. In tutti questi mesi, però, nulla è cambiato, e a eccezione di qualche nuovo vecchio allarme lanciato via comunicato stampa, nessuno, finora, sembra aver preso seriamente in considerazione la problematica esistente all’interno dell’istituto circondariale.

Un altro appello, l’ennesimo, viene lanciato dal vice segretario generale dell’Osapp,Mimmo Nicotra, che da conto di una situazione sempre più critica, in relazione, soprattutto, ai numerosi arresti degli ultimi giorni dovuti alle diverse importanti operazioni condotte da polizia e carabinieri. «L’ultimo blitz dei giorni scorsi grazie al quale sono state rinchiuse nelle patrie galere oltre 40 nuovi detenuti ha di fatto portato al collasso il penitenziario messinese La situazione del carcere peloritano – afferma Nicotra – è stata nel corso degli ultimi mesi oggetto di ripetute missive indirizzate ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, ma nessun concreto intervento è stato posto in essere. E se già prima la situazione era catastrofica, con turni di servizio in molti casi protratti oltre le otto ore giornaliere e il sovraffollamento era elevatissimo, la situazione adesso si è aggravata oltre ogni ragionevole immaginazione».

Il vice segretario osserva, infine, che «se non verra’ in tempi celerissimi incrementato l’organico della Casa Circondariale di Messina, tutti gli sforzi profusi dalle oltre forze di polizia per assicurare alla Giustizia chi delinque potranno essere vanificati per la mancanza di un adeguato controllo demandato istituzionalmente al Corpo di Polizia Penitenziaria».