Fissata la data del dissesto: ecco le conseguenze per dipendenti, cittadini e creditori

L’ora del dissesto finanziario è fissata: venerdì alle 18,30. Letti ed approvati i verbali della precedente seduta, il Consiglio comunale di Scaletta Zanclea esiterà il Bilancio 2014 e, subito dopo, dichiarerà il default. Cosa accadrà a quel punto? La risposta l’ha fornita il sindaco, Gianfranco Moschella.

“Le conseguenze – spiega -si snoderanno su tre fronti che riguarderanno rispettivamente i cittadini, i dipendenti e i creditori dell’ente. Partiamo dai dipendenti. Il Comune conta sette unità in sovrannumero, tre di loro, probabilmente – specifica Moschella – il prossimo anno raggiungeranno il diritto alla pensione. Gli altri quattro andranno in mobilità, con uno stipendio all’80% per due anni. Se non troveranno collocazione, purtroppo, saranno licenziati”. Vi sono poi i creditori: “Sarà il commissario, che giungerà in seguito alla dichiarazione di dissesto – evidenzia il primo cittadino – che, quantificata la massa attiva, troverà una percentuale di soddisfacimento dei crediti”.

Infine, e non certo per ordine d’importanza, anzi!, vi sono i cittadini. “Per ciò che concerne i residenti – chiosa il sindaco – con il piano di riequilibrio già in vigore, in parole povere una forma di auto commissariamento del Comune, sostanzialmente non cambierà nulla. I servizi che abbiamo erogato negli ultimi due anni sono obbligatori e la legge continuerà ad imporceli. Qualche altra spesa extra, per così dire, è stata fatta con la rinuncia delle nostre indennità di carica. In merito alle aliquote applicate alle tasse non ci saranno ulteriori aumenti in quanto già al massimo. Ci sembrava giusto fare un passo indietro per ricondurre l’ente locale di Scaletta Zanclea ad uno stato di equilibrio e per riattivare anche quei servizi a carattere non obbligatorio, cosa che noi abbiamo tentato di fare rinunciando, come dicevo, anche alle indennità. Materialmente si tratta di un fallimento del Comune, è una situazione che non ho causato ma che ho trovato. Non me la sento di continuare in maniera precaria”.

Carmelo Caspanello