Torrente Racinazzi, da simbolo della tragica alluvione a luogo di vita

Il 7 aprile scorso i cittadini di Scaletta Zanclea sono scesi in strada a manifestare contro il ritardo dei lavori di ricostruzione del ponte sul torrente Racinazzi. La viabilità nel centro jonico è stata negli ultimi cinque anni una lunga fila di automobili dietro a un semaforo rosso, in attesa del verde. Ora il sogno della normalità si fa sempre più vicino.

Dopo la protesta dei cittadini era arrivata la rassicurazione del Genio Civile che aveva previsto che entro l’estate i lavori sarebbero stati completati. Ce lo conferma il vicesindaco Gabriele Avigliani: “Si stanno muovendo, la gittata di cemento è stata fatta, io credo che entro il mese di giugno il ponte riaprirà”. Nessuna falsa promessa dietro queste parole, solo un desiderio condiviso dagli amministratori di Scaletta: “Riportiamo il paese alla normalità, più sicuro e allo stato pre-alluvione”.

Inoltre, da due mesi sono iniziati i lavori per il ponte in contrada Giardino, sulla strada provinciale, più a monte del torrente Racinazzi: il ponte provvisorio verrà smantellato e ne verrà costruito uno nuovo. Il torrente Racinazzi è un simbolo, così come il torrente Divieto, dove le Ferrovie dello Stato stanno ultimando la pavimentazione, e bisogna anche ridare vita a quei luoghi martoriati. Ed è per questo che alla ricostruzione seguirà la progettazione, di cose nuove, di cose per tutti.

Il prossimo passo sarà incontrare l’ingegnere Sciacca per progettare le opere di contorno in contrada Racinazzi, spiega Avigliani. Ci parla di un parcheggio e di un campo di calcetto, mentre il 9 giugno partirà la gara di appalto per il recupero del centro di aggregazione polivalente. “Verranno abbattute delle abitazioni vetuste – conclude Avigliani – e si farà anche un monumento in memoria di quello che è accaduto”.

Quello che è successo cinque anni fa non lo puoi dimenticare, ma metterlo da parte perché non sia d’intralcio per il futuro questo sì, questo è un atto dovuto per chiunque abbia sofferto. Manca poco, il semaforo è quasi verde.

Giusy Briguglio