Corsi d’oro, parlano i consulenti degli imputati: forniture a prezzi congrui

E' durata poco l'udienza di oggi di Corsi d'oro I, il processo ai primi protagonisti dell'inchiesta sulla formazione professionale messinese, quelli arrestati nel luglio del 2013. In un'oretta di dibattimento, il PM Fabrizio Monaco che reggeva l'accusa ha interrogato i consulenti dei difensori.

Al banco, un esperto incaricato dall'ente Lumen ed un altro collega nominato dai difensori. Hanno passato in rassegna i conti degli enti finiti nel mirino della Procura, ed in particolare le fatture relative alle forniture dei corsi di formazione. Quindi i costi delle attrezzature informatiche e della didattica, i materiali adoperati per svolgere nel concreto le attività formative, i supporti di diverso genere.

Secondo la Procura di Messina le fatture erano "gonfiate" e attraverso questo meccanismo gli enti truffavano la Regione Siciliana, che rimborsava le spese. Alla base di questa tesi ci sono le ormai note consulenze del ragionier Barreca, incaricato dall'aggiunto Sebastiano Ardita di analizzare i conti. Barreca si è basato sui prezzi delle fatture. Secondo i suoi colleghi incaricati dalle difese degli imputati, invece, la stima del prezzo congruo delle forniture si ricava dai prezzi di mercato allora in vigore, così come prevedeva la normativa relativa alla rendicontazione dei corsi di formazione.

Rapide battute, quelle di oggi, liquidate in circa un'ora di dibattimento. Poi tutto è stato aggiornato al 29 aprile. Per quel giorno è prevista una udienza fiume: la Corte ha infatti convocato tutti i consulenti delle difese, circa una cinquantina. A metà mese invece si torna in aula per la seconda trance processuale, quella che vede alla sbarra l'onorevole Francantonio Genovese ed il cognato Franco Rinaldi.