Corsi d’oro, torna libero anche Natale Lo Presti. Mentre Genovese…

Può rientrare a Messina Natale Lo Presti, imputato al doppio processo Corsi d'oro sui fondi destinati alla formazione professionale e gestiti dagli enti Aram, Ancol e Lumen. Lo ha deciso la II sezione Penale del Tribunale (presidente Calabrò) che ha accolto l'istanza del difensore, l'avvocato Bonni Candido, e gli ha revocato il divieto di dimora a Messina.

La trafila della posizione di Lo Presti è stata simile a quella di Graziella Feliciotto, la moglie dell'ex consigliere comunale Elio Sauta, patron dell'Aram, che qualche giorno fa si è vista respingere dalla Cassazione il ricorso contro la decisione del Tribunale del Riesame. Quest'ultimo collegio, a ottobre scorso, aveva ristabilito il divieto di dimora per la donna, Natale Lo Presti e un altro degli imputati. Qualche giorno addietro la Cassazione aveva reso operativa la decisione, e Lo Presti aveva lasciato Messina per recarsi a Rometta. Stasera, invece, la decisione del Tribunale ribalta nuovamente i "fronti".

Se le esigenze cautelari col passare del tempo si attenuano e, malgrado le decisioni contrastanti e i rimpalli dei vari giudici che se ne occupano, gli imputati riacquistano via via maggiore libertà, resta saldamente in carcere l'imputato eccellente e vero protagonista dell'inchiesta, l'onorevole Francantonio Genovese, rinchiuso a Gazzi dal 14 gennaio scorso, quando la Cassazione aveva confermato il ritorno in carcere deciso dal Tribunale del Riesame. Un ennesimo rivoglimento di fronte, anche lì, che ha rispedito il deputato nazionale in una cella del carcere di Gazzi. Subito dopo il suo difensore, l'avvocato Nino Favazzo, è tornato a chiedere al Riesame la revoca della misura, anzi ha impugnato il rigetto dell'istanza di scarcerazione inoltrata al Tribunale che sta celebrando il processo a suo carico. Anche questa richiesta é stata rigettata.

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Intanto lunedì prossimo riprende il processo. Alla sbarra ci sarà anche Lo Presti, coinvolto in entrambui i filoni di inchiesta come gestore di fatti della Napi service, una delle ditte fornitrici degli enti di formazione finiti nel mirino. A Lo Presti e la moglie sono stati sequestrati parecchi beni, in parte dissequestrati.