La rabbia di La Macchia: “mero esecutore politico”. Gli affari e i rapporti con le coop

Primo confronto tra giudice e accusati di aver fatto parte del “sistema Genovese”. Stamani il Gip Giovanni De Marco ha interrogato le quattro persone andate ai domiciliari su richiesta della Procura di Messina con l’accusa di far parte dell’associazione a delinquere finalizzata ad una lunga serie di reati, dal peculato alla truffa. Bocche cucite da parte di Domenico Fazio e Roberto Giunta. I due, difesi da Nino Favazzo , Anna Scarcella e Danilo Santoro, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Hanno risposto invece, difendendosi e respingendo le accuse, il commercialista degli enti di Sauta, Stefano Galletti, e l’esponente del PD Salvatore La Macchia.

L'ex commissario Ato, poi all'Asi, si è difeso rivendicando il ruolo politico del suo operato, respingendo l’accusa di aver mai commesso reati. La Macchia era in precedenza difeso dall’avvocato Piero Cami, collega di studio di Genovese. Proprio in concomitanza degli arresti Cami ha revocato l’incarico alla difesa e La Macchia è ora assistito dagli avvocati Carmelo Scillia e Anna Retto. E' durato quasi due ore il confronto tra il giudice e l'uomo politico del Pd e vi hanno preso parte anche i pm del pool coordinato dall'aggiunto Sebastiano Ardita, cioè i sostituti Liliana Todaro, Antonio Carchietti, Fabrizio Monaco e Camillo Falvo. Agli interrogatori ha presenziato anche il capo della Squadra Mobile, Giuseppe Anzalone.

Secondo la Procura di Messina La Macchia ha un ruolo chiave nelle vicende legate al mondo della formazione professionale. Era lui, segretario particolare dell’assessore regionale alla formazione, Mario Centorrino, a “garantire” gli interessi di Genovese, secondo l'accusa. E' lui per esempio a gestire delicati rapporti in assessorato, a partire dal rapporto conflittuale col collaboratore Emanuele. Ma La Macchia è interessato anche ai suoi "affari". A cominciare dal progetto dell’ente di formazione UniPegaso, al quale La Macchia pensa, insieme al collega di partito Luigi Gullo, proprio mentre scoppiano le prime avvisaglie del terremoto giudiziario, nel 2013. La Macchia è anche un uomo chiave, secondo la Procura, perché spiega bene l’interesse di Genovese e dei suoi nell’Ial, l’ente prima della Cisl che passa ai privati, diventato Ial Sicilia. Stando alle conversazioni di una parte degli intercettati, a cominciare da quel Michele Cappadona presidente dell’Unione delle Cooperative, è proprio per “sistemare” il bubbone Ial che viene nominato in Sicilia Ludovico Albert, il direttore del dipartimento Formazione firmatario, sotto l’assessorato Centorrino, della contestata circolare che nel 2011 ha dato il via alla compravendita degli enti.

Dell’Ial e della “accusa” mossa a Francantonio di aver comprato l’ente, La Macchia (L) ne discute con Centorrino (C )nel luglio 2013, qualche giorno prima del blitz Corsi d’oro.

C: Ora l'ultima cosa è, mi dice Francantonio …

L: Uhm…

C: …Che lui non ha mai comprato niente.

L: Esatto. Lui con … che mi risulti …

C: C'è questa cosa … che, che …

L: Che mi risulti …

C: … gli imputano di avere comprato lo IAL, non, non è vera!

L: Infatti, non è così, assolutamente, lui …

C: Non è così. L'hanno comprata probabilmente altre persone magari incomprensibile …

L: la ci fu, il sindacato prima…

C: del PD insomma.

L: …si, prima il sindacato lo ha ceduto e hanno fatto un accordo con privati … un accordo loro. Credo che abbiano fatto un atto, perchè c'è stata una trasformazione, ma su questo non sono sicuro, un atto notarile … di trasformazione dell'ente, perchè prima era legato al sindacato, poi praticamente invece è diventato una struttura …

C: Quindi lo IAL ha cambiato diciamo proprietari, se così vogliamo fare …

L: Esatto, esatto.

Secondo gli investigatori messinesi, però, le cose stavano molto diversamente. Lo testimonierebbero gli strettissimi rapporti (testimoniati da numerosissime conversazioni telefoniche) tra La Macchia e Vincenzo Conticello, Presidente dell’IAL Sicilia. Conversazioni durante le quali, per esempio, La Macchia caldeggia più volte la posizione di alcuni dipendenti Ial ai quali non erano stati corrisposti gli ultimi emolumenti. O le conversazioni con le persone a lui più vicine. Come quella del 21 luglio successivo con la moglie, durante la quale non soltanto La Macchia conferma che tanti e diversi enti fanno capo appunto a Genovese, dall’Ecap all’Enfap per esempio. I coniugi si raccontano inoltre della preoccupazione che ha colto Massimiliano La Macchia, dipendente della Lumen “ in ordine alla possibilità che emerga pienamente dalle indagini il ruolo giocato dalla famiglia La Macchia sull’asse Messina-Palermo”.

Il terremoto di metà luglio, con gli arresti eclatanti di Elio Sauta e dei suoi più stretti collaboratori, ma soprattutto della moglie di Genovese, Chiarà Schirò, preoccupa lo stesso Salvatore La Machia (L) e Luigi Gullo (G) tanto che i due, il 26 luglio, discutendo ancora del progetto UniPegaso, usano espressioni significative. E tornano, anche in quel caso, sull’Ial.

G:Comunque, se si usa la, la rete ENPAB, ENFAP, come cazzo si chiama, si poteva fare…//

L: Si, a Messina abbiamo decisa di non usarla diciamo…//

G: eh … diciamo per ragioni contingenti.//

L: …ovvii motivi … eh… è pure meglio, no si sa mai. No qua se si … se si entra … devo prendere una procura al bar Santoro dello IAL… (n.d.t. – si trovano a Palermo)//

G: Uhm!//

L: Un'altra vicenda.//

G: Procura civile?//

L: Credo di si.//

G: o è una cosa penale?//

L: Non lo so se è penale questa vicenda, sarà civile.//

G: A no quella penale è quella …//

L: è quella…//

G: …là, non c'entra niente. Bar Santoro? Qual'è?//

L: Si quà, ora … a Piazza Indipendenza, dove … due uscite ci vogliono.//

I due discutono anche del progetto di UniPegaso che La Macchia porta avanti, insieme a Gullo. :

Lo IAL di chi è?//

L: CONTICELLO.//

G: CONTICELLO.//

L: … (incompr.) … pure noi … Mah, questa cosa se ci strutturiamo può funzionare ah!//

G: Questa quà della PEGASO. Dobbiamo trovare i filoni di chi è interessato.//

L: Allora, intanto … io penso che le amministrazioni pubbliche … quanta gente potrebbe svolgere un ruolo diverso e non lo può svolgere perchè gli manca il titolo di studio adeguato

Tra i dipendenti Ial per i quali La Macchia intercede presso Conticello c’era il consigliere comunale di Tusa Franco Antonio, direttore della sede Ial di Santa Teresa Riva. Di Franco Antonio discutevano, in conversazioni intercettate dagli investigatori, anche l’onorevole Rinaldi e Rino Beringheli, dirigente regionale, vice capo di gabinetto dell’assessore alle infrastrutture Bartolotta, nonché sindaco di Caronia). Era il 17 gennaio 2013 e Rinaldi chiede all’amico Beringheli, cui quello stesso giorno proporrà un incarico come commissario straordinario presso l’IACP di Messina, di seguire con attenzione un progetto presumibilmente attinente il settore dei rifiuti e vagliare le possibilità di finanziarlo, in quanto Franco aveva manifestato l’intenzione di passare dalla loro parte politica.

Vincenzo Conticello, già nella sede dell’assessorato alla Formazione, è presidente del collegio direttivo dell'Ial. Il direttore è Franco Massimiliano Ciccia, indagato insieme al senatore Antonio Papania, della stessa corrente Pd di Genovese All’assemblea dei soci del 224 novembre 2012 dell’Ial partecipa anche il messinese Franco Gallo, ex assessore alla cultura di area Genovese.

Poi ci sono i contatti con Emilia Barrile, oggi presidente del consiglio comunale di Messina del Pd, la più votata alle ultime amministrative. L’Ial a Messina ha infatti stipulato contratti con la Universo e ambiente. La cooperativa ha sede in via Nicola Fabrizi n. 13, studio di Cami e Genovese. La Cooperativa Sociale è amministrata a Giacomo Crupi, marito della cugina prima della Barrile. Il responsabile tecnico è Margherita Adamo, moglie di Francesco Costa, candidato Pd al V Quartiere nelle liste del PD. I parenti della Barrile, dalla madre ai cugini di primo grado, partecipano all’atto costitutivo della coop, che annovera tra i dipendenti le figlie della Barrile, Rosaria e Stefania Triolo. dal 20/08/2013 al 31/08/2013. Alla Cooperativa Sociale UNIVERSO E AMBIENTE, risultano inoltre anche contratti diretti con il Comune di Messina – Ato – per gli anni relativi al 2010, 2011 e 2012.

A pomeriggio inoltrato è stata la volta di Stefano Galletti, commercialista del gruppo Sauta. Accompagnato dagli avvocati Salvatore Versaci e Isabella Barone, il professionista ha rivendicato al regolarità delle operazioni contabili nelle società affidategli da Sauta, in particolare la Sicilia Service. Il commercialista è stato raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari perché ha una parte delle quote delle società. Come aveva già fatto in fase di indagini, ha respinto le accuse.

Alessandra Serio

Foto Gaetano Saccà