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Scatti di fascia, Asp Messina condannata dal giudice del lavoro

C’è una condanna per comportamento antisindacale dell’Asp di Messina, emessa dal giudice del lavoro Bellino, che si è pronunciata sul mancato riconoscimento dello scatto di fascia ai lavoratori, “negato” dall’ormai ex direttore generale Paolo La Paglia.

Il ricorso è stato presentato congiuntamente dalle Funzioni pubbliche di Cgil e Uil e dai sindacati autonomi Fsi-Usae e Nursing Up.  “La sentenza ha acclarato la nostra tesi . dichiarano Francesco Fucile e Antonio Trino della Fp Cgil, Pippo Calapai della Uil Fpl, Calogero Coniglio della Fsi-Usae e Biagio Proto del Nursing Up, riconoscendo illegittimo l’accordo sottoscritto in data 20.11.2020 da Asp insieme a Cisl Fp e Fials – Adesso si dovrà procedere celermente con un immediata convocazione del tavolo sindacale e su questo inoltreremo formale richiesta, così che i lavoratori si vedano riconosciuto l’agognato diritto contrattuale e valuteremo anche di procedere contro il dottor La Paglia per danno erariale e per il mancato rispetto della normativa sullo stato di agitazione.”

Val la pena ricordare, continuano i sindacalisti, che in data 04.08.2020 si era svolta una riunione di contrattazione per il riconoscimento della Peo, nella quale, a maggioranza (contraria la Cisl e astenuta la Fials), fu votata una proposta emendativa e migliorativa (allargava la pletora degli aventi diritto) presentata dalla UIL. Detta riunione, conclusasi con buona pace di tutti, fu successivamente e per motivi sconosciuti, sovvertita, riconvocando illegittimamente dopo 3 mesi per discutere ciò che si era già stabilito; seguiva una dichiarazione di stato di agitazione e conseguenziale richiesta al Prefetto di attivazione delle procedure di raffredamento del conflitto, disattese dal dr La Paglia che procedeva ugualmente alla convocazione della riunione del 20 novembre.

Siamo estremamente soddisfatti, dichiarano i sindacalisti, innanzitutto perché il giudice rimette ordine in un sistema di relazioni sindacali che non può vedere un direttore generale farsi accordi arbitrari con due soli sindacati, evidentemente “allineati” perché se così non fosse, non si comprende il motivo di non appoggiare una proposta molto più vantaggiosa per i lavoratori ai quali, ad ogni buon conto, dovranno spiegare le motivazioni per una scelta improba e lesiva.