L’Amam cambia anima per accollarsi i rifiuti, la giunta propone la modifica dello statuto. Palla al consiglio

L’amministrazione ha fatto la sua parte. Adesso toccherà al Consiglio comunale. E come sempre con il fiato sul collo perchè se da un lato ci sono i tre mesi di proroga per Messinambiente che garantiscono una relativa tranquillità, dall’altro ci sono i soli 14 giorni che Crocetta ha concesso ai lavoratori Ato3, che hanno iniziato il countdown verso quella scadenza che in questo momento temono più di ogni altra cosa. E infatti anche ieri sono stati a Palazzo Zanca, hanno parlato con diversi consiglieri comunali, hanno incontrato di nuovo l’assessore Daniele Ialacqua e la presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile. A questo punto, infatti, il loro futuro e quello della gestione rifiuti è totalmente nelle mani del Consiglio. L’amministrazione Accorinti ha fatto le sue scelte, ha messo in fila una serie di provvedimenti che disegnano il modello gestionale che questa giunta vuole imprimere ai servizi pubblici. Dal Piano Aro per portare i rifiuti “in house providing” alla riorganizzazione delle participate, passando per il Piano di riequilibrio e per tutti quegli atti che guardano alla creazione di una società Multiservizi. Adesso ha varato anche l’ultimo provvedimento che mancava all’appello, la modifica dello statuto dell’Amam, società scelta per assorbire la gestione del settore di igiene ambientale. Un provvedimento in cui tra l’altro, per la prima volta, la giunta Accorinti mette in chiaro che sarà proprio l’Amam a raccogliere il testimone di Ato3 e Messinambiente, un dettaglio che balza subito all’occhio allo stesso modo in cui nei giorni scorsi era apparso poco chiaro il motivo per cui si parlasse di “nuova” o “costituenda” società per la gestione rifiuti, senza mai fare riferimento esplicito all’Amam.

Con la delibera di giunta, che adesso probabilmente il sindaco chiederà che venga affrontata con urgenza dal Consiglio, l’amministrazione punta a inserire tutti quei nuovi passaggi che metteranno i rifiuti nelle mani dell’Amam. Così nello statuto rivisitato, su cui però deciderà il consiglio, si legge che “la società ha per oggetto, inoltre, l'organizzazione e Ia gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nell'Ambito di Raccolta Ottimale (A.R.O.) coincidente con it territorio del Cornune di Messina di cui al relativo Piano di Intervento approvato con il

In particolare Ia società potrà svolgere: servizio spazzamento manuale e meccanizzato, pulizia cimiteri e bonifica discariche abusive, pulizia fiere, mercati, spiagge e torrenti e comunque in generale tutte quello di cui fino ad oggi si sono occupate Ato e Messinambiente. Sempre nella delibera si legge che sarà comunque necessaria la preventiva approvazione da parte del Consiglio Comunale sia del "Piano di Intervento – A.R.O. Citta di Messina" sia del modello gestionale dell'"in house providing" e del conseguente passaggio dei servizi di igiene ambientale alla suddetta societal, in attuazione delle indicazioni programmatiche contenute nel ''Piano operativo di razionalizzazione delle partecipazioni societarie del Comune di Messina". L’adeguamento statutario rispetta anche i requisiti comunitari idell’in house providing prima di tutto per legittimare l'attuale affidamento diretto all'Amam. del servizio idrico integrato limitatamente al territorio del Comune di Messina , Si amplia così l'oggeito sociale previsto dal vigente statuto.

Adesso saranno importanti soprattutto i tempi di approvazione, visto che per I 53 Ato3 ci sono meno di due settimane a disposizione. A vigilare ci sarà anche il sindacato Orsa che ritiene questo nuovo atto della giunta “un elemento fondamentale perché la mancata approvazione dello statuto pone un problema di legittimità per lo svolgimento di tutti i servizi condotti dall’Amam compresa la gestione idrica. Orsa racconta che ieri la presidente, Emilia Barrile, ha palesato la propria disponibilità per agire con la tempestività richiesta dal caso non appena la delibera di Giunta riguardante l’emendamento allo statuto dell’Amam verrà trasmessa al Consiglio Comunale con esplicita richiesta di trattazione dell’argomento con carattere di urgenza. L’assessore Ialacqua ha dichiarato che la richiesta perverrà a strettissimo giro. Questi elementi di fattiva collaborazione hanno dato speranza ai lavoratori Ato radunati in assemblea i quali, visti i tempi ristretti al minimo (solo 14 giorni di proroga), temono che la frapposizione del più piccolo ostacolo possa risultare fatale per il loro futuro lavorativo, oggi letteralmente legato ad un filo.

Appare opportuno ribadire – osserva la segretaria di settore Francesca Fusco – che fare saltare l’operazione di mobilità interaziendale in questione costituirebbe un’autentica ingiustizia poiché fin dall’inizio la partecipata Ato3 è in possesso di tutti gli elementi richiesti dalla normativa vigente per accedere al percorso indicato dalla delibera di Giunta Municipale n. 760 del 9 ottobre 2014.

Inoltre, come più volte sottolineato, tra i dipendenti della stessa Società sussistono una serie di professionalità la cui competenza sarebbe molto utile per l’Amam, il cui organico risulta nettamente sottodimensionato. Il trasferimento dei lavoratori unitamente al servizio di cura del verde e di altri servizi la cui copertura economica è garantita da Tari e Tasi, non implica un aumento dei costi per il Comune che pagherebbe all’Amam le somme, ad oggi già corrisposte all’ATO”.

Secondo l’Orsa occorre fare chiarezza su altri due aspetti emersi nei giorni scorsi nell’ambito di alcuni interventi compiuti da qualche consigliere comunale, riferendosi a Giuseppe Santalco, forse in maniera eccessivamente precipitosa, visto che i relativi atti non sono ancora stati tutti trasmessi al Consiglio.

Infatti, se come messo in evidenza, sull’Amam gravano dei debiti è anche vero che sussistono crediti notevoli, per un ammontare di circa € 100 milioni, di cui: € 74 milioni per bollette già fatturate; € 14 milioni per bollette da fatturare; € 6,2 milioni nei confronti del Comune; € 7,66 milioni nei confronti dell’erario.

Ecco, parlare soltanto dei debiti di Amam, dimenticandosi dei crediti non sembra un atteggiamento trasparente ed inoltre – rileva Francesca Fusco – insistere ancora oggi parlando di un passaggio dei lavoratori dell’ATO alla Messinambiente anziché all’Amam significa ventilare un’ipotesi che non sta né in cielo, né in terra, dato che la Messinambiente in liquidazione non può assumere nessuna unità lavorativa. La situazione dei lavoratori dell’ATO è assolutamente critica e richiede una sensibilità che vada oltre ragionamenti di questo genere “.

Francesca Stornante