La Via del Mare e quelle morti che si potevano evitare

“Se ci fosse stata la Via del Mare probabilmente Natale Lembo non sarebbe morto”. Pesano come un macigno le parole del capo del Genio Civile Gaetano Sciacca. Pesano perché troppe vite sono state spezzate sotto il peso dei tir e troppe volte è stato detto che tutto questo si poteva evitare. Venerdì scorso il macellaio stava attraversando la strada in via La Farina quando un tir lo ha centrato in pieno sotto gli occhi della moglie e dei tanti passanti che si trovavano lì. Sono stati giorni di polemiche perché i riflettori si sono prepotentemente riaccesi su una delle piaghe della città: il passaggio dei mezzi pesanti in pieno centro. Il comitato La nostra città è tornato a protestare contro quelle scelte scellerate che negli anni hanno fatto allungare il triste elenco delle vittime sulle strade a causa della schiavitù ai tir. E sulla scia delle polemiche le parole dell’ingegnere Sciacca non possono rimanere inascoltate. Messina la soluzione ce l’avrebbe a portata di mano. “La Via del Mare è la soluzione e si deve realizzare al più presto”, lo dice senza mezzi termini il numero uno del Genio Civile. Ma, come troppo spesso accade in questa strana città, ci si è persi dietro ad una infinita progettazione senza arrivare a vedere nulla di concreto. Sciacca ha definito quel progetto inimmaginabile. Si riferisce al fatto che invece di puntare attenzione e risorse su un collegamento tra il porto di Tremestieri e il centro città alternativo alle strade del centro, via La Farina in primis, ci si è concentrati su un progetto troppo vasto che dovrebbe costare circa 80 milioni di euro. Progetto che oltre la strada di 7 km a quattro corsie prevede una pista ciclabile, ma soprattutto la modifica della linea ferroviaria. Insomma un progetto imponente ma quanto realmente realizzabile in tempi che non siano biblici? Sulla carta, anzi sulle centinaia di carte messe a punto nei mesi scorsi, la Via del Mare che andrebbe dal porto di Tremestieri alla zona Falcata è indiscutibilmente il più grande progetto urbanistico che Messina ha prodotto negli ultimi vent’anni, è una scommessa in cui hanno creduto Comune, Ferrovie e Autorità Portuale e che ha messo d’accordo i messinesi. Però la città ha bisogno innanzitutto di una Via del Mare che sia soluzione per eliminare i tir dal centro città. Intanto basterebbe una strada per questo. Ma giustamente, ribadisce Sciacca, se non si è riusciti a realizzarla attraverso i poteri speciali per l’emergenza traffico che Messina ha avuto in questi anni è difficile immaginare di vederla pronta a breve. Prova ne sia il fatto, aggiungiamo noi, che l'amministrazione uscente non è riuscita ad avviare a compimento nemmeno il progetto di riqualificazione della via Don Blasco e del percorso successivo sino al torrente Gazzi, redatto nel lontano 1996 dall'ing. Antonio Rizzo. L'opera in questione costa molto meno della cifra prevista nel suo complesso per la mastodontica Via del Mare con la quale, peraltro, per ammissione della stessa amministrazione Buzzanca, si integra perfettamente (vedi articolo correlato). Si poteva, così, con un impegno di spesa più accessibile, affrontare l'emergenza realizzando il progetto della via Don Blasco e del tratto a seguire sino a Gazzi e allo stesso tempo, se proprio si voleva, portare avanti l'iter ben più lungo dello scenario di intervento complessivo sino a Tremestieri immaginato dall'assessore Scoglio. Ma a Messina, purtroppo, la politica è abituata agli annunci roboanti più che alla concretezza dei fatti, che, invece, troppo spesso si esprimono in tutta la loro drammaticità e si fanno beffe delle chiacchiere inutili.

(Francesca Stornante)