Cronaca

Scilla e operazione “Nuova Linea”, un neopentito sta inchiodando le leve ‘verdi’ dei Nasone-Gaietti

SCILLA – Ricorderete certamente i 22 arresti dell’operazione Nuova linea – così denominata per aver messo a nudo le leve ‘verdi’ della cosca scillese Nasone-Gaietti – e i suoi indagati ‘di peso’ come lo stesso sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone.

La notizia è che a inchiodare i perlopiù giovani indagati dell’operazione antimafia c’è un nuovo “pentito”: il 36enne Carmelo Cimarosa.

Identikit di un “pentito”

Il nuovo “pentito” Carmelo Cimarosa

Le sue prime dichiarazioni quale collaborante sono già state depositate dalla Direzione distrettuale antimafia reggina nel contesto del pregnante processo Lampetra, a carico sempre dei Nasone-Gaietti.

Il risvolto forse più significativo – e al contempo paradossale – della vicenda è che proprio Cimarosa, per come emerso nel corso appunto dell’operazione e poi del processo Lampetra, era l’esponente “di grido” dei Nasone-Gaietti che, secondo l’accusa, sarebbe stato intenzionato a rapire il primo cittadino scillese Pasqualino Ciccone, adesso fra gli indagati a piede libero in relazione a quell’operazione Nuova linea cui, si apprende, proprio Cimarosa ha dato grande linfa.

In tutti i casi, sarà opportuno ricordare che, all’inizio dell’agosto scorso, il Comune della Costa Viola era stato comunque oggetto di un nuovo accesso antimafia, dopo un pregresso scioglimento avvenuto nel marzo 2018, quando sindaco era appunto Ciccone, che aveva portato alle nuove Comunali del 2020 e alla rinnovata vittoria elettorale del primo cittadino uscente (non dichiarato incandidabile).

Ha indicato lui Fulco quale odierno boss dei Nasone-Gaietti

Tra gli altri politici coinvolti nell’operazione dell’8 settembre scorso, ai domiciliari è finito il consigliere comunale di Scilla Girolamo Paladino.
Il più peculiare contributo di Cimarosa all’inchiesta Nuova linea avrebbe riguardato però Giuseppe Fulco, arrestato nella stessa operazione e – come ricordato una settimana fa da Tempostretto – già indicato dal collaboratore di Giustizia come il capo della cosca nel corso della deposizione fatta davanti il pm antimafia Walter Ignazitto.