Sul caso Fiera interviene Bisignano: “Una pantomima malinconica”

“La vicenda paradossale e inquietante dello scioglimento dell’Ente Fiera di Messina da parte della Giunta di governo regionale nella seduta del 21 giugno 2012 e tenuta nascosta per 5 mesi denota un’assoluta mancanza di sensibilità istituzionale e lo svilimento, da parte dei vari protagonisti, di quella che Max Weber definiva etica della responsabilità che dovrebbe caratterizzare chiunque svolga una funzione pubblica e gestisca il pubblico denaro”. L’assessore provinciale alle Partecipate, Michele Bisignano, torna sulla vicenda della Fiera e sullo strano caso di un Ente sciolto il 21 agosto con delibera firmata da Lombardo ma pubblicata nel sito della Regione solo l’8 novembre, consentendo così non solo lo svolgimento della Campionaria ma anche la conferma, avvenuta il 20 luglio, della nomina di D’Amore a commissario, firmata dallo stesso assessore Venturi che appena un mese prima aveva proposto il provvedimento di scioglimento.

“Ma al di là di questi aspetti – prosegue l’assessore – quello che emerge è l’inganno nei confronti della comunità messinese, dei dipendenti dell’ente e delle istituzioni coinvolte nella pantomima malinconica svoltasi per la pseudo inaugurazione di quello che invece di Fiera Campionaria è stato un semplice mercatino ferragostano. Dagli atti pubblici emerge, altresì, che nel momento in cui vigeva la scadenza della gestione commissariale, e la Regione formulava la delibera di scioglimento, scartando l’ipotesi di liquidazione fino a quel momento ipotizzata, lo stesso D’Amore, formulava all’Autorità portuale una richiesta di concessione pluriennale per tutta l’area della cittadella fieristica, fantasticando su progetti di rilancio e strategie di sviluppo”.

C’è da aggiungere che nelle stesse settimane in cui si consumava il de profundis per la Fiera di Messina la giunta Lombardo salvava la Fiera Mediterranea di Palermo stanziando le somme necessarie e garantendo il passaggio dei 40 dipendenti nella Resais con tanto di contratto firmato il 4 luglio.

“Ma forse – conclude Bisignano – questa fine ingloriosa è un male necessario perché si pensi, finalmente a realizzare uno strumento nuovo, agile e dinamico, caratterizzato da una gestione manageriale, non più espressione di logiche partitiche, che coinvolga l’imprenditoria privata e gli operatori di settore. E’ indispensabile individuare una nuova e più ampia area fieristica, utilizzando i fondi strutturali all’insegna dell’internazionalizzazione e dello sfruttamento delle potenzialità strategiche territoriali dell’Area regionale dello Stretto, realizzando partnership con quelle realtà qualificate e consolidate che nel nostro Paese gestiscono con successo le manifestazioni fieristiche di settore”.

Rosaria Brancato