Ente Fiera, ovvero il teatro dell’assurdo. Parlano i dipendenti

Il caso Fiera ha tutti gli elementi del teatro dell’assurdo. Basta leggere il comunicato stampa dei 13 dipendenti, da 11 mesi senza stipendio e che solo dall’8 novembre hanno appreso che la Regione il 21 giugno ha deliberato lo scioglimento dell’Ente. L’ex governo Lombardo ha “sciolto” il loro posto di lavoro a “loro insaputa”, visto che lo hanno scoperto cinque mesi dopo e nel frattempo la Regione ha avuto modo e tempo per organizzare la Campionaria e riconfermare ancora una volta commissario Fabio D’Amore.

Siamo stati gli unici a pagare le conseguenze del disinteresse, dell’abbandono e della superficialità da parte di tutte le istituzioni- scrivono in una nota- La Regione, fatto questo ancor più grave, ha preso le distanze dalla Fiera di Messina, determinandone di fatto la chiusura, nonostante i 4 anni di commissariamento D’Amore, espressione del governo Lombardo”.

Quel che stupisce i lavoratori è il comportamento dell’ex governo regionale nei confronti della Fiera nonostante abbia messo alla guida dell’Ente un suo fedelissimo e nonostante i 4 anni di giunta Lombardo abbiano coinciso con i 4 anni di commissariamento D’Amore. L’appartenenza allo stesso partito,Mpa, del governatore e del commissario non solo ha comportato la fine della Fiera ma ha fatto registrare comportamenti opposti nei confronti, ad esempio, della Fiera del Mediterraneo di Palermo che è stata salvata.

La delibera è stata firmata il 21 giugno ma pubblicata sul sito della Regione solamente l’8 novembre, con tutte le conseguenze che questa vicenda comporta, anche ai fini del pagamento delle spettanze nonché la validità di tutti quegli atti e provvedimenti presi da un commissario, riconfermato dallo stesso assessore Venturi che ha adottato lo scioglimento….. Fatti del genere possono accadere solo in Sicilia.

Fabio D’Amore, per la decima volta nominato Commissario- continuano i dipendenti- ha rimesso il mandato nelle mani del neopresidente Crocetta e ha ringraziato Lombardo per la fiducia accordatagli. Ci chiediamo su quali risultati si sia basata questa fiducia visto che poi si è proceduto allo scioglimento dell’Ente sulla base della relazione presentata dallo stesso D’Amore a gennaio”.

I lavoratori si chiedono perché mai Lombardo mentre decretava la fine della Fiera di Messina contemporaneamente stanziava somme per i 40 dipendenti della Fiera del Mediterraneo di Palermo, e ne garantiva il passaggio, con tanto di contratto il 4 luglio, alla Resais. Due pesi e due misure che proprio non vanno giù ai lavoratori, a maggior ragione se il commissario D’Amore è dello stesso partito di Lombardo.

Ci chiediamo perché l’assessore Venturi dopo aver deliberato lo scioglimento della Fiera abbia poi continuato a dare incarichi a Fabio D’Amore e perché non abbia reso pubblica la delibera del 21 giugno. Forse per consentire l’ennesimo atto di accanimento terapeutico organizzando la 73esima Campionaria promettendo ai lavoratori il pagamento, grazie agli introiti, delle spettanze arretrate. Pagamento che ancora attendiamo…..”

L’interrogativo che si pongono i dipendenti della Fiera è lo stesso che si pone l’assessore provinciale Michele Bisignano, e cioè perché mai la giunta Lombardo dopo aver il 21 giugno decretato lo scioglimento abbia continuato a confermare l’incarico di commissario a D’Amore ed organizzato persino la Campionaria.

“E’ una vicenda paradossale, e prova la mancanza di serietà da parte delle istituzioni- dichiara Bisignano- perché sono stati ingannati i cittadini, gli enti, gli imprenditori che hanno partecipato. Pensiamo all’Autorità portuale che ha messo i soldi per la guardianìa e le manutenzioni. L’assessore e il presidente Lombardo firmano una delibera di scioglimento e poi un mese dopo lo dimenticano e a luglio confermano D’Amore commissario? Probabilmente c’era qualcuno troppo impegnato in campagna elettorale e lo ha scordato….”.

Eppure mentre la “distrazione” faceva dimenticare quella delibera penalizzante per Messina si stanziavano somme per la Fiera di Palermo e si stabilizzavano i dipendenti.

“Non penso che D’Amore fosse a conoscenza di questa delibera, perché in questo caso sarebbe stato grave nasconderlo, penso invece che lo abbiano tenuto all’oscuro Ma se fosse così, da esponente e coordinatore dell’Mpa dovrebbe trarre le conseguenze- conclude Bisignano- Quanto alla Fiera non è finita. E’ finito un modo di gestire e pensare quell’area, adesso dobbiamo sprovincializzarci e costruire un sistema che apra ai privati, agli imprenditori. Basta con le logiche di bottega”.

Rosaria Brancato