Tirreno

Sciopero dei metalmeccanici. La protesta a Milazzo e Giammoro

Dalle 12.30 sospensione delle attività di produzione per 4 ore, ma nessun assembramento. Così, ieri, lo sciopero dei metalmeccanici dell’indotto Ram di Milazzo e degli operai dell’acciaieria Duferdofin Nucor di Giammoro.

Si chiede il rinnovo del contratto, ma non solo

Lo sciopero, indetto da Fim, Fiom e Uilm, per richiedere il rinnovo del contratto nazionale Federmeccanica-Assistal scaduto da dieci mesi. Un tema che ha visto una forte mobilitazione nel territorio. Ma si è discusso anche dell’aumento del salario e del miglioramento del welfare di lavoratori e lavoratrici.

«Ad un anno esatto dalla presentazione della piattaforma contrattuale, i metalmeccanici ritornano su un tema spinoso che resta drammaticamente aperto dopo che il 7 ottobre 2020 Federmeccanica-Assistal ha abbandonato -spiegano dal sindacato- il tavolo di contrattazione, aperto da oltre un anno, non avendo alcuna intenzione di aumentare le retribuzioni dei lavoratori come richiesto nella piattaforma per il rinnovo del CCNL».

Dal 7 ottobre scorso Fim, Fiom, Uilm hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori. Tra le principali iniziative, spiegano i sindacalisti, il blocco degli straordinari e della flessibilità, ma anche assemblee e scioperi organizzati dalle RSU nelle aziende.

Il segretario Fiom Cgil Messina Daniele David dichiara: «Lo sciopero dei metalmeccanici di oggi, al sud in particolare, vuole ribadire l’urgenza che la ricchezza prodotta negli impianti torni, nella forma di un salario degno, a chi quella ricchezza l’ha prodotta. Gli ultimi dati sulla condizione salariale europea, che vedono questo paese in fondo alla classifica, ci dicono che si può uscire dalla crisi solo investendo sulla qualità del lavoro e sui salari, unica vera base della domanda interna e di ogni possibile ripresa economica».

Lo sciopero, hanno concluso i sindacalisti, servirà anche per tornare “a parlare, all’interno dell’attività del sindacato, della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, di un rilancio concreto e di una maggior tutela del lavoro metalmeccanico”.