La richiesta di Orsa e Bluferries: tir in notturna nel porto storico. IL VIDEO

Due pesi e due misure. E’ come si è agito, secondo il sindacato Orsa, per la vicenda Bluferries. Da ieri, la società di Rfi ha spostato la sua terza nave a Tremestieri perché, con l’impossibilità di imbarcare tir al porto storico, era diventata anti economica.

A rischio una decina di posti di lavoro dell’indotto oltre al fatto che, per i pedoni, l’unico servizio pubblico resta quello di Metromare, attivo però solo dal lunedì al venerdì e non negli orari serali. In quelle fasce, non resta che affidarsi ai privati di Caronte e Tourist, unica società a garantire il trasporto pedonale 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Per gli automobilisti, poi, nessun servizio pubblico e la scelta obbligata di rivolgersi ai privati.

Per questi motivi, oggi, i lavoratori di Bluferries, capitanati dal sindacato Orsa, hanno proclamato uno sciopero di 8 ore, dalle 9 alle 17. I due pesi e due misure sono riferiti al fatto che a Caronte e Tourist è stato concesso di far transitare i tir in orari notturni dal molo Norimberga. E’ anche vero, però, che a differenza delle navi Bluferries, le Cartour non possono essere ospitate dal porto di Tremestieri perché le attuali invasature non lo consentono.

La richiesta del sindacato e della società di Rfi, rivolta all’amministrazione comunale, è quindi quella di ottenere la stessa “agevolazione” concessa ai privati, vale a dire la possibilità di traghettare i tir da e per il porto storico, negli orari notturni, dalle 21 alle 7. Solo in questo caso, la terza nave tornerebbe in servizio al porto storico. E potrebbe essere un compromesso per non privare la città di un servizio e di altri posti di lavoro. Se l’accordo non dovesse raggiungersi entro la prossima settimana, l’Orsa proporrà un nuovo sciopero, stavolta di 24 ore.

L’amministrazione comunale aveva invece proposto che per i pedoni e gli automobilisti si aprissero le porte delle navi ferroviarie. Peccato, però, che l’Antitrust lo ha vietato, visto che Rfi usufruisce di contributi pubblici per la continuità territoriale su treno. Una matassa difficile da sbrogliare.