3.6 milioni di fondi Pac a rischio, il Governo li destina ad altro. De Cola sul piede di guerra

Regione e Governo nazionale non si parlano e Messina rischia di perdere fondi importanti per una serie di progetti e interventi di riqualificazione urbana. Stiamo parlando dei fondi Pac (Piano di Azione e Coesione) destinati a programmi integrati nelle arre urbane, la Regione aveva comunicato la disponibilità di 3.635.852 euro per il Comune di Messina e l’amministrazione Accorinti ha provato a non lasciassi sfuggire questa opportunità. Lo scorso 29 ottobre l’Assessorato regionale alle Infrastrutture ha fissato l data del 1 dicembre come limite massimo entro il quale far pervenire le proposte progettuali propedeutiche ai decreti di finanziamento. Così a Palazzo Zanca l’assessore Segio De Cola e i tecnici comunali si sono subito messi in moto per inviare a Palermo tutti i documenti necessari in tempo utile in modo da non sprecare la possibilità di avere oltre 3.5 milioni di euro disposizione. Il 1 dicembre tutta la documentazione è stata consegnata all’assessorato regionale, il Comune ha fatto la sua parte, ha rispettato i tempi e si pensava solo di dover attendere il vi libera per avere materialmente i soldi. E invece è arrivata la brutta sorpresa: il Governo nazionale ha deciso di dirottare i fondi Pac non ancora impegnati alla data del 30 settembre per finanziare una serie di sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato alle aziende private. E’ stato tutto inserito nella legge di Stabilità 2015 che è in questo momento in discussione al Senato, dopo l’ok dei Deputati. L’assessore De Cola lo ha scoperto quasi per caso, mentre si trovava all’Assessorato a Palermo per altre vicende. E non ci sta a perdere questi finanziamenti importanti quando il Comune ha fatto tutto rispettando i tempi dettati dalla Regione, mentre intanto il Governo nazionale faceva tutt’altro.

Dopo aver fatto per bene tutti i compiti a casa non accettiamo di perdere i fondi Pac per colpe non nostre. Non abbiamo responsabilità se la mano destra non sa cosa fa la sinistra, noi abbiamo semplicemente seguito le indicazioni che ci erano state fornite e adesso lottiamo affinché quei soldi non ci vengano scippati” dice oggi De Cola.

L’assessore ha già scritto ai deputati messinesi sia regionali che nazionali, sta chiedendo aiuto da ogni parte, sta provando a portare la questione direttamente a Roma, dove la legge di Stabilità è in questo momento in discussione. “Nelle nostre stesse condizioni, anzi forse anche peggiori, ci sono anche tantissimi altri comuni, a cominciare da Palermo e Catania. Ho già scritto anche ai due Sindaci delle due città metropolitane, ho chiesto l’intervento dell’Anci, spero che questa non resti solo una battaglia messinese” spiega l’assessore che proprio non ha intenzione di subìre questa ingiustizia” spiega l’assessore.

I 3.635.852 euro sarebbero stati spesi in vario modo. La parte più consistente, 2.4 milioni di euro, sarebbe andata a completare il finanziamento per l’acquisto dei 42 bus Euro 6 di cui nelle scorse settimane ha più volte parlato l’assessore Gaetano Cacciola. Il resto è stato diviso in interventi e programmazione il linea con i futuri investimenti previsti dal PO-FESR 2014-2020 e dai PON Metro 2014-2020 e con il PAES della Città di Messina. Un tesoretto da 1.2 milioni che l’assessorato di De Cola aveva deciso di investire nell’installazione di impianti fotovoltaici sulla copertura della piscina comunale e su quella di Palazzo Satellite e poi su 8 progetti: riqualificazione energetica ed efficientamento di Palazzo Zanca; recupero e realizzazione di un immobile di proprietà comunale destinato a scuola materna a S. Lucia sopra Contesse; pista ciclopedonale a Capo Peloro; rifunzionalizzazione degli impianti ed efficientamento energetico della palestra Ponteschiavo; riqualificazione urbana, miglioramento della viabilità, messa in sicurezza e rinaturalizzazione dell’alveo dissestato del tratto rubano del torrente Annunziata; rifunzionalizzazione degli impianti ed efficientamento energetico delle scuole Castronovo, Giovanni XXIII e S. Lucia sopra Contesse.

Francesca Stornante