C’è uno spiraglio. Il Ministero anticipa 14 milioni per il piano di riequilibrio

Il tema del dissesto finanziario del Comune di Messina, finora evitato dai candidati a sindaco, entra prepotentemente in campagna elettorale. A rompere gli indugi, due giorni fa, l'invito lanciato da Gianfranco Scoglio di Nuova Alleanza, al quale hanno aderito immediatamente sia Felice Calabrò per il centrosinistra che Alessandro Tinaglia di Reset: un incontro urgente con il commissario straordinario Luigi Croce per discutere della questione. Croce, da parte sua, sta accelerando le pratiche perchè la delibera di dissesto sia sottoposta, se non votata, all'attuale consiglio comunale, che il commissario ritiene in parte e per le sue competenze almeno parzialmente responsabile dello sconquasso dei conti di palazzo Zanca.

Visto che da Croce, fino ad oggi, non è arrivata alcuna risposta, ad incalzarlo ci pensa Gianfranco Scoglio, che fornisce un'importante novità confermata anche dal ragioniere generale del Comune, Ferdinando Coglitore. "Attendendo che Croce si decida di fissare l'incontro con tutti i candidati alla carica di sindaco – afferma Scoglio – da Roma arrivano buone notizie che impongono uno stop sul fronte del dissesto. Il Ministero ha già comunicato al Comune di Messina il trasferimento in acconto sul piano di riequilibrio decennale, di ben 14 milioni di euro. Il piano di riequilibrio, che sarà necessario integrare, è la strada giusta per evitare il default. Le condizioni ci sono tutte".

Spesso su posizioni distanti, stavolta in accordo, per scongiurare il dissesto, anche il candidato del centrosinistra, Felice Calabrò. "Ci stupisce la decisione del commissario Croce – scrive Calabrò – ormai a ridosso del voto, di alzare bandiera bianca e “accompagnare” Palazzo Zanca al dissesto, impedendo a quanti si stanno scommettendo per guidare Messina di poter intervenire per frenare questa corsa al baratro. Ribadisco l’invito al commissario per un incontro urgente, anche domani, con i candidati sindaco perché tutti insieme analizziamo quali possono essere le strade, e secondo me ci sono, per evitare il dissesto e perché siano i prossimi amministratori a prendere le decisioni che riguardano la pelle dei messinesi. Invito anche quei candidati sindaco che non sono d’accordo con le mie posizioni – continua Calabrò, riferendosi qui a Renato Accorinti, che invece è convinto che il dissesto sia il minore dei mali ai quali andrebbe incontro palazzo Zanca – a valutare il fatto che il dissesto potrebbe anche essere la via più facile, lasciando ai commissari quel lavoro impopolare che finirà con l’uccidere definitivamente ogni speranza di riscatto, ma non è quello che Messina merita". Cosa spinge Calabrò ad un altro accorato appello a Croce? Io non sarei tranquillo se dovessi “firmare” il licenziamento di centinaia di precari che per tantissimi anni sono stati, grazie ai loro sacrifici, tra i pilastri dei servizi che l’amministrazione ha reso, pur tra mille difficoltà. Io non sarei tranquillo se dovessi dire a tutti quegli imprenditori che hanno dato tanto per lo sviluppo e la crescita di questa città che il Comune non ripagherà mai i loro servizi", scrive il candidato sindaco per il centrosinistra.

E Croce? Il commissario presumibilmente non sarà di ritorno a Messina che martedì, il giorno successivo alla festa della Madonna delle Lettera, patrona cittadina. Perchè Croce non risiede in città, e la sua permanenza a Messina "costa" poco più di novecento euro al mese. 829 euro di alloggio (il periodo di riferimento è da metà marzo a metà aprile), e quattro fatture da 25 euro per "vitto". In tutto sono 929 euro, "a piè di lista" come spese di viaggio sostenute, oltre all'indennità di funzione (il compenso da commissario) per svolgere il mandato. Il suo percorso è stabilito: due giorni fa ha chiesto ai revisori dei conti una relazione da consegnare entro oggi per valutare se ci siano i presupposti dettati dagli articoli 244 e 246 del Testo unico degli enti locali. L'ultimo, in particolare, parla delle modalità di presentazione della delibera di dissesto. Alla quale va allegata una relazione da parte dell'organo revisore. proprio ciò che Croce ha chiesto in maniera da aver pronta la proposta di delibera da portare in consiglio per l'inizio della settimana. I revisori hanno risposto sostanzialmente picche, dichiarandosi in due giorni al massimo in grado di produrre una nota ma certamente non una relazione. In base a questo, il dissesto finanziario sembrerebbe alle porte. Ma le notizie in arrivo da Roma potrebbero mutare radicalmente lo scenario.