Il Pd risponde a Signorino: pensi al fallimento del suo operato. Barrile invita tutti ad abbassare i toni

Ai consiglieri di area Pd non è bastato “sfogarsi”durante l'ultima seduta del Civico Consesso.Per rispondere al comunicato del vice-sindaco Guido Signorino, che ha attaccato pesantemente il Consiglio comunale ed in particolare gli esponenti del partito democratico (vedi correlati), i consiglieri piddini hanno scritto un documento dai toni duri, almeno quanto quelli usati dall’esponente di giunta .

A sottoscriverlo sono i consiglieri Paolo David, Giuseppe Santalco, Nicola Cucinotta, Daniele Zuccarello, Claudio Cardile, Donatella Sindoni, Carlo Cantali, Benedetto Vaccarino (mancano all’appello Pietro Iannello,Simona Contesatbile, Antonella Russo e Francesco Pagano).

Per gli otto firmatari, l’attuale amministrazione non ha fatto altro che «galleggiare sul motivo delle pecche di quelli che c’erano prima».

«Il duro attacco di Signorino nei confronti del Consiglio Comunale e nei confronti del Pd – continua il comunicato – è ingeneroso perché, pur nella vivacità della dialettica politica, l’Amministrazione è stata sostenuta con una presenza in Aula sufficiente prima ancora che il voto…»

In merito alla bocciatura dei debiti con l’Ato Signorino aveva scritto nel suo documento che a suo avviso si trattava di «un voto leggibile solo alla luce dell’opportunismo tattico su vari fronti giocato o della (magari comprensibile, ma certamente non giustificabile) paura personale dell’assunzione di responsabilità».

Secondo David, Santalco, Cucinotta, Zuccarello, Cardile, Sindoni, Cantali e Benedetto Vaccarino la motivazione invece è un’altra, e cioè che «la misura è colma».

I consiglieri di area Pd replicano anche alle dichiarazioni di Signorino circa la preoccupazione manifestata di dover assistere al «fallimento della politica prima che della città» , e lo invitano a fare «i conti con il fallimento del proprio operato» .

Il vice-sindaco si era soffermato anche sulle conflittualità interne ai gruppi consiliari del Pd e gli otto firmatari non si lasciano sfuggire l’occasione di ricordare al vicesindaco le fratture interne al gruppo che ha sostenuto l’amministrazione, sottolineando che due dei quattro consiglieri di Cambiamo Messina da Basso hanno aderito al gruppo misto «perché occorre cambiare…e l’’istanza di cambiamento di Messina è stata delusa da Accorinti e Signorino».

«I consiglieri del Pd – si legge ancora testualmente – non sono i soli a testimoniare disagio e critica dinanzi a una palese inconcludenza gestionale e amministrativa mascherata da crassa supponenza ideologica».

Alle dichiarazioni di Signorino ha voluto replicare anche il consigliere Angelo Burrascano, eletto nella Lista del Megafono. A proposito delle accuse rivolte da Signorino a chi frequenta poco l’Aula consiliare, il consigliere Burrascano, che è uno dei più “anziani”, replica: «evidentemente Lei non ha ben chiaro, non essendo mai stato eletto in seno al consiglio, che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo».

«Entrando nel merito della vicenda del debito fuori bilancio nei confronti dell’ATO ME3– continua Burrascano mi preme sottolineare come tale delibera sia stata sottoposta alla commissione in maniera assolutamente anomala, senza che quest’ultima abbia avuto la benché minima possibilità di approfondire le tematiche con dovuta cognizione di causa, poiché presentata solo un giorno prima del voto, malcostume ormai reiterato della Sua Amministrazione. Inoltre mancano i requisiti di certezza, esigibilità e liquidità delle fatture stesse che, ricordo a me stesso, sono atto di parte e non giudiziale.»

Burrascano punta quindi il dito contro Signorino, che a suo dire ha tenuto «un comportamento accusatorio, offensivo ed irrispettoso nei confronti di un organo pubblico rappresentativo legittimamente insediato, il quale non può essere "tirato per la giacca", piegato ed umiliato solo per asservire le logiche ed i voleri dell’Amministrazione, votando per “atto di fede” un debito di circa 12 milioni di euro».

A tentare di placare gli animi è la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, secondo la quale «è assolutamente auspicabile modulare positivamente i toni del contraddittorio istituzionale e riportare la riflessione sull’operato concreto necessario al bene di questa città»

La massima rappresentante del Civico Consesso difende però la “dignità” dei colleghi e ricorda che “ciascun consigliere comunale possa e debba esprimere, attraverso il voto, un proprio personalissimo indirizzo essendo ciascuno libero nell’esercizio del proprio mandato di assumersi ogni responsabilità politica e personale».

Danila La Torre

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