Sindacati a muso duro contro la direzione Asp

E’ scontro tra i sindacati e i vertici dell’Asp. Uil Fpl, Fp Cgil, Cisl Fp, Fials, Nursing Up e Nursind hanno scritto una durissima nota indirizzata ai lavoratori dell’Azienda sanitaria provinciale, per informarli di quanto è accaduto durante la riunione del 31 luglio scorso convocata per l’accordo sulla produttività dell’anno 2017. I segretari dei sindacati scrivono che “il Direttore Generale dell’Asp ha accusato le organizzazioni sindacali di volere continuare sulla strada del pagamento “a pioggia” e, senza alcuna valutazione meritocratica del personale”.

I sindacati affermano di essere stati destinatari di sconsiderati attacchi da parte dell’azienda, che gli ha attribuito persino i ritardi nella corresponsione della progressione economica orizzontale, nonché della stessa Produttività. Stigmatizzano la nota apparsa sul sito aziendale in cui il Direttore generale si rivolge direttamente ai dipendenti nel palese tentativo di incrinare il fronte sindacale e contrapporre i lavoratori ai propri rappresentanti, manifestando apertamente, la mancanza di qualsiasi cultura in materia di relazioni sindacali, inasprendo e alzando i toni.

«Compatti e all’unanimità respingiamo le avventate proposte dell’ASP, soprattutto quella di riservare alla direzione aziendale la gestione del 5% del fondo della produttività da destinare a progetti obiettivi speciali, individuati all’inizio dell’anno, della cui utilità e rispondenza al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi, abbiamo sempre nutrito forti perplessità. Inoltre, abbiamo espresso la nostra contrarietà alla proposta dell’azienda di agganciare la produttività dei dipendenti del comparto agli obiettivi delle strutture complesse: come se, ad esempio, la mancata diminuzione percentuale dei parti cesarei possa essere addebitata agli Ostetrici, Infermieri ed Ausiliari operanti nel reparto.

Abbiamo chiesto e ribadiamo che ai dipendenti debbono essere attribuiti obiettivi specifici e legati alla loro professionalità e, solo per una parte, non più del 10%, agganciati a quelli dell’unità operativa in cui lavorano».

I sindacati scrivono di aver sempre proposto e condiviso la valutazione meritocratica dei dipendenti ma con criteri obiettivi ed oggettivamente verificabili, riducendo la discrezionalità del dirigente valutatore, stante che numerosi dipendenti vengono a tutt’oggi fortemente penalizzati da valutazioni che esulano dalle reali prestazioni lavorative. Di contro, vogliono sottolineare la tempestività nell’adozione di provvedimenti considerati inopportuni, come l’adeguamento della retribuzione del management aziendale con il pagamento di oltre 93 mila euro di arretrati sino a dicembre 2016 e la liquidazione di un incentivo per gli obiettivi raggiunti di circa 130 mila euro per il periodo 1°luglio 2014, 31 dicembre 2015 e di cui nessuno comprende le motivazioni, atteso lo scadimento e lo sfacelo in cui si trovano i servizi sanitari, in particolare quelli ospedalieri.

«Suona strano, dopo anni in cui è stata disattesa la valutazione della professionalità persino nell’affidamento degli incarichi, assegnati sovente anche in assoluta carenza di titoli, che oggi si tenti di ribaltare sul sindacato le responsabilità di una gestione assolutamente fallimentare del personale, la cui diligenza, competenza e preparazione, vengono costantemente mortificati, in assenza dei criteri dell’obiettività e della trasparenza, indispensabili nella Pubblica amministrazione. Ad agosto sarà pagata, finalmente, la produttività dell’anno 2016. Noi continueremo imperterriti a contrastare ogni tentativo di mistificazione della verità».