Il presidente dell’Ars Ardizzone: “Chiedo scusa ai calabresi per le improvvide dichiarazioni di Crocetta”

“Da messinese e da siciliano, che si sente leso ogni qual volta si parla della nostra isola come terra dove è impossibile fare investimenti a causa della mafia, voglio chiedere scusa ai cittadini calabresi per le improvvide e inopportune dichiarazioni del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta sull’accorpamento dei porti di Messina e Gioia Tauro. E lo farò personalmente oggi incontrando a Reggio Calabria il sindaco, Giuseppe Falcomatà, e il delegato per l’Area dello Stretto del Consiglio regionale calabro, Domenico Battaglia”.

Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone entra nel dibattito scaturito dalle dichiarazioni del governatore che sabato a Messina, a proposito del suo no all’accorpamento dell’Autorità portuale con Gioia Tauro si è lasciato andare ad alcuni commenti sui rischi che la presenza della ‘ndrangheta in Calabria potesse estendersi anche nell’isola (leggi qui). Secondo Crocetta il decreto Madia varato la scorsa settimana sarebbe incostituzionale a causa della mancata convocazione del Presidente della Regione Sicilia alla seduta del Consiglio dei ministri su di un tema che riguardava anche l’isola. In ogni caso il governatore è contrario all’accorpamento di Messina con Gioia Tauro, ritenendo preferibile un matrimonio con Augusta. Già sabato gli aveva replicato D’Alia tacciandolo di essere il “megafono di legittimi interessi di operatori privati”, ma la frase di Crocetta sulla ‘ndrangheta ha aperto una polemica nella polemica e adesso a entrare nel vivo del dibattito è direttamente Ardizzone che la tesi dell’Autorità dello Stretto l’ha sostenuta sin dall’estate del 2014 senza cambiare idea.

“Evidentemente – continua Ardizzone – al presidente Crocetta sfugge che la creazione dell’autorità di ‘Sistema Portuale dello Stretto’, la più grande del Sud Italia, rappresenta un volano per il rilancio dell’economia a Messina. La politica, nelle proprie scelte, deve propendere verso gli interessi della collettività e non dei singoli, anche se legittimi. Ecco perché Crocetta sbaglia, sia nel bocciare l’accorpamento, sia e soprattutto sostenendo che in questo modo si dà la possibilità alla ndrangheta di mettere le mani sul porto di Messina. Il presidente della Regione, evidentemente, sottovaluta che si tratta di una grande occasione per avviare un progetto condiviso, che possa rilanciare l’Area dello Stretto quale territorio di grande potenzialità, in tema di attrazione di risorse, nel panorama del Mezzogiorno d’Itali. La creazione di un’unica Autorità portuale rientra in un progetto più ampio di Area integrata dello Stretto, che ha già portato Sicilia a Calabria a legiferare in materia e alla costituzione di, recente, di una Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto”.

Non a caso l’esponente dell’Udc ricorda che proprio l’Ars,nel varare le Città Metropolitane ha inserito, per Messina un emendamento (voluto dallo stesso presidente dell’Assemblea) che apre a strada al’Area integrata dello Stretto che unisce due città metropolitane di due regioni diverse.

“E’ un progetto – riprende il presidente dell’Ars – che punta alla valorizzazione, integrazione e sviluppo in tema di infrastrutture, trasporti, ambiente, università, ricerca, innovazione tecnologica, turismo, politiche sociali, culturali ed economiche delle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria. Un’idea alla quale lavoriamo da molto tempo e che ha già visto un primo step nel 2014, con la legge approvata dall’Ars che favorisce la stipula di accordi per i servizi di prossimità nell’area dello Stretto. Adesso, dopo che anche la Regione Calabria, con l’ultima legge di stabilità, ha approvato una norma identica, richiamando quella siciliana, e con il varo definitivo del regolamento della Conferenza che avrà sede a Palazzo Campanella a Reggio, si entra nella fase operativa per favorire le politiche di prossimità tra le due sponde, attorno alle quali ruota un bacino di 1 milione e 200mila persone”.

Per il presidente Ardizzone si tratta di “una grande scommessa per rilanciare, in un contesto di piena e leale collaborazione, Messina e Reggio Calabria. Anche l’accorpamento del porto di Messina con la Calabria va nella direzione di una vera e propria integrazione delle due aree metropolitane dello Stretto, oltre a gettare le basi perché la nuova Authority diventi la più competitiva del Mediterraneo, il vero porto del Sud Europa”.

Oggi a Reggio c’è una prima riunione, convocata nella sede del Consiglio regionale della Calabria per cercare di avviare un percorso senza campanilismi, nell’attesa che comunque il decreto segua altri passaggi. Non è escluso che Crocetta porti avanti quanto annunciato, bloccando quindi l’accorpamento. Su questo fronte però rischia la crisi in un governo già traballante e basato più sulla paura di Grillo che su altre basi. Proprio D’Alia infatti, nel replicare, ha fatto capire senza mezzi termini di essere pronto a mettere in discussione quell’alleanza nata su iniziativa del leader centrista nell’estate 2012 e che ha portato all’elezione del governatore. Per l’Udc peraltro potrebbe anche essere un modo “elegante” per uscir fuori da una barca ormai alla deriva, giusto in tempo per far dimenticare che in questi 3 anni ha condiviso timone e naviganti. D’altra parte Crocetta, commissariato in più settori da Renzi, in mano agli umori di un Pd in perenne indecisione, sa bene di dover fare l’equilibrista fino alla fine del mandato.

Rosaria Brancato