Famiglie di romeni vivevano nelle cabine elettriche di viale Giostra

Il dilagare della comunità rumena in città si sta trasformando in un’autentica emergenza sociale. Negli angoli più impensati di Messina sorgono baraccopoli e accampamenti di fortuna. Se ne trovano ovunque: nei greti dei torrenti, nelle baracche disabitate, sotto ponti, cavalcavia, negli edifici in rovina. Ci siamo quasi assuefatti ad immagini di miseria e degrado ma il rifugio scoperto oggi sul viale Giostra dalla sezione Decoro della Polizia Municipale è qualcosa d’inaudito. Da qualche tempo otto persone, appartenenti a tre nuclei familiari, si sono sistemate in alcune cabine elettriche dell’Enel, vicino all’area del mercato bisettimanale. Nei giorni scorsi hanno divelto una sbarra di ferro del cancello principale, quindi hanno forzato le porte delle cabine e si sono accampati all’interno, come se fossero in una stanza d’albergo. Con il piccolo particolare che fra i materassi sistemati per terra c’erano cavi dell’alta tensione e fili elettrici che alimentano le cabine. Una situazione di gravissimo pericolo e solo per un miracolo nessuno in questi giorni è rimasto fulminato. Intorno alle otto sul posto sono giunti gli uomini della Decoro e gli assistenti sociali del Comune ma dei romeni nemmeno l’ombra. Erano già usciti tutti per rimediare qualche spicciolo agli angoli delle strade o nei pressi dei semafori. Dentro e fuori dalle cabine elettriche solo povere cose: vecchi materassi e cuscini, qualche borsone con degli indumenti, un paio di sedie, un fornello da campeggio e generi alimentari scaduti. Tuttavia alcuni romeni sono stati rintracciati. In particolare una ragazza sedicenne che inconsapevolmente ha aiutato la Polizia Municipale a scoprire il rifugio di viale Giostra. ha scoperto la singolare sistemazione. La ragazza era stata notata dagli agenti, nei giorni scorsi, mentre chiedeva l’elemosina fra viale Boccetta e via 24 Maggio. Seguendola gli uomini della Decoro si sono ritrovati davanti alle cabine elettriche di viale Giostra. Hanno fermato la ragazzina e si sono fatti raccontare la sua storia. La sedicenne è in Italia da qualche settimana. In Romania frequentava il liceo ma il padre l’ha costretta a venire a Messina per chiedere l’elemosina. Ogni giorno racimola, venti, trenta euro che servono ad aiutare i parenti rimasti a casa. Ma lei vuole ritornare in Romania per riprendere gli studi interrotti bruscamente. Con lei a Messina c’è anche il padre che lavora come lavavetri ai semafori. Ora entrambi saranno rimpatriati e nei confronti del padre dovrebbe scattare una denuncia per averla costretta ad elemosinare.