Scuola

Scuola: docente rientra a Messina, sentenza scardina mobilità interprovinciale

E’ rientrata a Messina da Verona una docente siciliana che si era vista negare il trasferimento per via delle nuove regole sulla mobilità, che salvaguardano gli spostamenti all’interno della provincia, penalizzando i trasferimenti interprovinciale.

La docente ha fatto ricorso al Tribunale del Lavoro di Verona, assistita dall’avvocato Vincenzo La Cava, che le ha dato ragione con una sentenza che, prima in Italia, scardina quel “sistema” che era stato avviato in spregio ad un principio cardine del pubblico impiego.

Si tratta quindi di una sentenza interessante e destinata a fare precedente, prima ed unica a livello nazionale.

La sentenza è del 10 giugno scorso, siglata dal dottor Antonino Gesumunno che in buona sostanza ha accolto le ragioni dell’avvocato La Cava, respingendo quelle del Ministero dell’Istruzione.

La docente, in servizio in un istituto secondario di Verona, aveva chiesto il trasferimento a Messina, forte dei suoi 76 punti. Trasferimento negato perché le sono passati avanti colleghi con meno anzianità e punteggio, ma già in servizio in provincia di Messina o neo immessi in ruolo, perché la scuola ha dato precedenza ai trasferimenti provinciali ed alle neo immissioni in ruolo riservando pochissimi posti alla mobilità interprovinciale.

Su 100 posti a disposizione ne destina 50 ai neo immessi in ruolo, 20 ai passaggi di cattedra e 30 ai trasferimenti interprovinciali , dopo aver proceduto a soddisfare i trasferimenti provinciali – spiega l’avvocato La Cava con un esempio – Su 100 posti a Messina quindi, prima vengono destinati i posti al docente che intende spostarsi da Milazzo a Messina, poi 50 vengono dati ai neo immessi in ruolo – anche ventenni privi di esperienza e soltanto 30 a chi vuole rientrare da fuori provincia con maggiore esperienza lavorativa. Di fatto tale sistema non consentirà  mai di poter ottenere il trasferimento interprovinciale”.

Invece il Tribunale di Verona ha invece sancito il principio secondo cui occorre prima soddisfare la  mobilità, coi docenti  con maggiore esperienza, e solo successivamente i posti andranno accantonati per i neo immessi in ruolo in applicazione dell’art 470 del Testo Unico della scuola.