Immobilizzata per via di un femore rotto, studia da casa grazie all’ipad

Nel 2012 la storia di un bimbo di 7 anni, Devon Carrow, fece il giro del mondo: il piccolo del Connecticut, costretto a casa da una gravissima forma di allergia, ha continuato a studiare ed a relazionarsi con i suoi coetanei grazie al robot di telepresenza. La tecnologia ha cioè permesso al bambino gravemente malato di non chiudersi in una vera e propria bolla, magari continuando a studiare con difficoltà e soffrendo la solitudine. Non succede soltanto negli Stati Uniti.
Oggi infatti una ragazzina di 11 anni, allieva della I D della Leonardo da Vinci, che fa parte dell’Istituto comprensivo di Santa Margherita, costretta da mesi a letto per un femore rotto, continua a seguire le lezioni e interagire con i compagni grazie ad un semplice I Pad. Il supporto gli è stato fornito gratuitamente dalla scuola, diretta da Laura Tringali.

Da scuola, mentre lei resta a casa, a letto, a chilometri di distanza, i professori le impartiscono apposite lezioni frontali, mente in altri momenti la ragazzina fa lezione insieme ai suoi compagni, partecipando a momenti di didattica comuni, come interrogazioni o altri progetti formativi (nella foto). Tutto ciò tramite un semplice I Pad. Una piccola rivoluzione tecnologica, quindi, che ha permesso alla ragazzina di evitare la depressione nella quale stava entrando, dopo giorni di immobilismo a letto, praticamente sola durante tutto il giorno perché i suoi compagni erano impegnati a scuola.

Dove gli istituti non si sono attrezzati con questi o altri strumenti, studiando un apposito progetto, i piccoli allievi costretti a casa sono seguiti dai professori che per qualche ora a settimana si recano nelle loro abitazioni. Un vantaggio certo per la preparazione del bambino disabile, per esempio, ma niente che possa paragonarsi con la didattica a distanza, che di fatto consente all’allievo di continuare a chiacchierare, imparare, interagire con i proprio coetanei, un beneficio non da poco.

Una piccola rivoluzione tecnologica che vede l’istituto messinese all’avanguardia. E che per un momento permette di parlare di un evento positivo realizzato in un istituto pubblico, sempre più trascurate dalle politiche scolastiche.