Aule al Seguenza. Il Csa: “La colpa dei ritardi è di Regione e Governo”

"Le preoccupazioni e le proteste di genitori e studenti del Liceo “Seguenza” sono assolutamente giustificate e condivisibili. Sono i destinatari delle stesse a non essere stati individuati in modo preciso". A scriverlo in una nota il segretario provinciale del sindacato CSA, Santino Paladino, intervenuto sulla vicenda degli spazi ex IAI che, in seguito all'ordinanza del sindaco Accorinti, saranno destinate a diventare la seconda sede del Liceo Scientifico Seguenza, da sempre alle prese con la carenza di aule.

Tuttavia l'ex IAI, prima di essere consegnato alla scuola necessita di una ristrutturazione che il Comune ha intenzione di portare a termine grazie ad un mutuo di 300mila euro richiesto alla Cassa Depositi e Prestiti. Il problema, tuttavia, consiste nei ritardi dell'inizio di questi lavori, dovuti al mancato arrivo dei fondi richiesti. Questo ha fatto scattare le proteste dei genitori degli alunni del Seguenza, preoccupati per il futuro delle classi.

Secondo il CSA, le proteste dei genitori sono mal rivolte verso enti che fanno il possibile per espletare compiti che per la loro natura sarebbero stati di competenza delle ormai destituite Province, enti intermediari in grado di assolvere a funzioni sovracomunali come scuole e strade, il cui futuro adesso sembra incerto. Se la Provincia avesse potuto redigere un bilancio e destinare le risorse, il percorso per la definitiva sistemazione del plesso “Ex IAI”, probabilmente, sarebbe già stato completato.

Le proteste dei cittadini quindi, secondo il CSA, dovrebbero rivolgersi verso le politiche "scellerate" del Governo Renzi, del ministro Del Rio e del governatore Crocetta, tutti complici colpevoli di aver sacrificato sull'altare del taglio alla spesa pubblica degli enti in grado di espletare funzioni importanti per il territorio, generando un ingorgo politico-amministrativo.

"Abbiamo più volte sottolineato come le Province rappresentavano appena l’ 1% della spesa pubblica – conclude Paladino del CSA – gli enti sono ormai condannati al dissesto e impossibilitati a garantire i servizi alla collettività. E, sarà bene specificarlo, quando si parla di risorse non ci si riferisce a “contributi” (del tutto azzerati da un decennio) ma alle entrate proprie che , dal 2015, vengono quasi per intero versate allo stato : sono quelle somme versate dai cittadini del territorio e che, invece di tornare al territorio sotto forma di servizi, vengono prosciugate da Roma per essere destinate ad altri fini".