L’inverno arriva ad insaputa della giunta. Cronaca di un’ordinanza di chi non sa che pesci pigliare

D’accordo che ormai non ci sono più le mezze stagioni, ma inverno ed estate, gelo e caldo, arrivano puntuali e soprattutto in modo prevedibile.

Il caos della doppia ordinanza sulle scuole da chiudere è la fotografia dell’approssimazione e dell’improvvisazione di una giunta che passa da un’emergenza ad un’altra senza essere in grado di dare risposte efficaci.

Soprattutto, quel che preoccupa e che allarma, dopo 3 anni e mezzo dall’elezione, è l’assoluta assenza di programmazione che caratterizza l’amministrazione Accorinti.

Prima ancora che delle gioie del Masterplan e dei Patti Territoriali, prima ancora che volare alto ai massimi sistemi, ci sono i più elementari diritti e servizi da garantire ai messinesi. E non stiamo parlando di sorprese, perché anche il termine emergenza rischia di essere fuorviante.

Nel gennaio 2016 le scuole erano senza riscaldamenti e senza mensa.

Problema ereditato, val la pena ricordarlo, dal 2015. E’ trascorso un anno e la situazione è identica, con l’aggravante del fatto che stiamo parlando di situazioni ben note e portate all’attenzione dell’amministrazione da tempo.

Nel gennaio 2017 le scuole sono senza riscaldamenti e senza mensa.

Anzi, molte scuole sono anche senza linea telefonica e senza internet perché il Comune non paga bollette alla Telecom per cifre esorbitanti.

Siamo piombati indietro nel tempo, probabilmente in condizioni da dopoguerra.

Quel che più preoccupa è la confusione che ieri ha caratterizzato l’operato della giunta fino alla firma di due ordinanze pasticciate che hanno gettato nel caos le scuole. Sin da ieri, quando Tempostretto ha pubblicato l’elenco delle prime scuole che secondo Accorinti dovranno restare chiuse, siamo stati sommersi da segnalazioni in merito a contraddizioni palesi. Nell’elenco figuravano scuole che non esistono più o plessi che hanno risolto il problema del riscaldamento. Mancavano invece intere scuole che sono al gelo. Poche ore dopo è arrivata la seconda ordinanza, ma anche questa risulta inadatta.

La doppia ordinanza-gelo è lo specchio dell’operato di un’amministrazione che va a tentoni e che procede con i “provvedimenti del giorno dopo”.

Parafrasando un detto: dopo che alla Scuola Santa Chiara sono rimasti congelati la giunta Accorinti chiude la scuola.

Da settimane famiglie e studenti protestano, da settimane la questione è all’attenzione della Commissione consiliare e dell’assessore Pino, da settimane gli uffici dovrebbero sapere che quando è inverno c’è freddo e quando non si pagano forniture, quando non si realizzano gli impianti, quando i progetti restano fermi per anni e anni (vedi elementare La Pira), le aule diventano iceberg.

Siamo arrivati al paradosso che docenti, famiglie, studenti, portano stufe in classe.

Tra non molto passeremo ai bracieri della nonna con l’insegnante che fa lezione davanti al fuocherello. Per non parlare poi del fatto che l’ordinanza non indica tempi precisi, dovrebbe essere una settimana, poco meno o poco più, dipende da tanti fattori, come ad esempio gli interventi.

L’assessore Pino crede nel potere creativo delle parole: pensa cioè che annunciare un fatto equivalga alla sua immediata realizzazione. Ne abbiamo avuto prova e continuiamo ad averne con gli impianti sportivi, salvo poi le continue richieste di precisazione e rettifica piccati quasi a voler far capire che la colpa è dei giornalisti.

Stesso quadro per le scuole.

Chiudere la quasi totalità degli istituti fa capire che siamo ancora all’anno zero e che

non c’è al momento alcuna strategia d’intervento. E’ parso evidente che quest’amministrazione non sa che pesci pigliare. E getta famiglie e istituti nel caos.

Eppure il gelo era prevedibile e ampiamente previsto. Lo sappiamo tutti che a gennaio c’è freddo. Scomparse le mezze stagioni le altre mezze sono sempre lì, fanno parte del calendario e di una programmazione che qualsiasi amministratore dovrebbe portare avanti. Non parliamo di Piano del freddo, ma almeno dell’indispensabile.

Non ci illudiamo in passi indietro da parte di nessuno, né in assunzioni di responsabilità. Nessuno si dimetterà, nessuno ammetterà errori, sviste, ritardi, incapacità di programmare.

La colpa anche stavolta sarà di qualcun altro: i dirigenti, i docenti, il dio dei venti, quellidiprima, la stampa.

Il freddo è arrivato ad insaputa dell’amministrazione.

Rosaria Brancato