L’irritazione degli assessori Pino e Ursino: “Accorinti ci ha ignorati”. Garofalo: “Improvvisazione totale”

Sull’ordinanza-pasticcio si sfiora la crisi in giunta.

Mentre il provvedimento firmato da Accorinti giovedì sera scatena polemiche e confusione e lascia sbigottiti anche sul piano tecnico-giuridico, ad arrabbiarsi con il sindaco sono gli assessori Ursino e Pino, legittimi titolari delle deleghe e neanche consultati prima della firma.

Chiudere 38 scuole non è decisione da prendere né a cuor leggero né in splendida solitudine, ma tant’è, Accorinti l’ha fatto. Salvo poi, com’era prevedibile e quasi scontato scaricare la colpa sul dirigente di turno, reo di avergli dato un elenco incompleto e non aggiornato. Mentre Ajello, dirigente del Dipartimento manutenzioni, finisce in croce, sono gli assessori Pino e Ursino a non aver preso affatto bene l’accaduto. “Poteva almeno consultarci prima di firmare”, dicono e tra le righe aggiungono: “Vorremmo capire da chi si è fatto consigliare”.

Il sindaco spiega che i due colleghi di giunta non c’erano al momento della decisione (non si sa perché non abbia usato il telefono….) ma con ogni probabilità, la presenza di studenti e famiglie che protestavano lo ha spinto a firmare la prima ordinanza, senza neanche consultare gli assessori alla Pubblica Istruzione e alla Manutenzione e soprattutto senza neanche chiedersi che tempo avrebbe fatto nei prossimi giorni.

Oltre ad essere inspiegabile sotto il profilo tecnico e giuridico infatti l’ordinanza è singolare anche sotto l’aspetto “meteo”. Quando nell’ordinanze si legge “fino al perdurare delle avverse condizioni meteo” si resta perplessi perché è un dato soggettivo dal momento che non è neanche scattato l’allerta.

Le perplessità peraltro non sono state espresse solo dalla Ursino non appena l’assessore ha raggiunto Palazzo Zanca “a frittata già fatta”, ma anche da altri colleghi della giunta.

L’assessore Pino, il più irritato per aver scoperto il “fattaccio” solo quando la notizia era già ovunque, non ha nascosto di stare anche pensando alle dimissioni. Ma il suo sarà stato un pensiero dettato dallo sconforto.

Amareggiata la Ursino che però aggiunge: “Non capisco perché non ci abbia chiamati prima di firmare. Spesso Renato non ascolta abbastanza, penso che una soluzione insieme la si poteva trovare, riflettendo, sedendoci tutti insieme anche con i dirigenti scolastici. Non puoi prendere una decisione di questa portata da solo”.

Trovato il caprio espiatorio, cioè Ajello, tornerà l’arcobaleno in giunta, favorito anche da almeno 24 ore di miglioramento meteo. Nel frattempo però, giusto per curiosità, nulla è emerso sul caso della Leopardi….. Ed il caos scuole continuerà.

Ad intervenire in modo netto sulla vicenda, che ha spinto anche il capogruppo Santalco a firmare la mozione di sfiducia (leggi articolo a parte), è il parlamentare Ncd Enzo Garofalo: “Ho l'impressione che siamo all'improvvisazione totale. L'ordinanza con la quale il sindaco Accorinti ha disposto la chiusura di 38 istituti cittadini per sette giorni e comunque, 'fino al cessare delle avverse condizioni meteo', è l'emblema del modo di amministrare che caratterizza questa amministrazione comunale. Qual è l'evento imprevisto e imprevedibile che giustificherebbe un provvedimento di tale portata? Cosa può legittimare la decisione di chiudere le scuole pregiudicando il diritto allo studio dei ragazzi e creando, tra l'altro, ai genitori lavoratori, non poche difficoltà di carattere organizzativo? È come se si chiudessero le strade perché piene di buche al posto di farle coprire o si disponesse il divieto di balneazione perché le spiagge sono sporche al posto di pulirle. Da comune cittadino vorrei semplicemente che la mia città venisse amministrata sulla base di una programmazione e non della improvvisazione che nasce dalla sottovalutazione dei problemi. E non mi riferisco solo al caso eclatante delle scuole ma anche al modo in cui si è fatto fronte all'emergenza idrica in città o, ancora, alla gestione dei rifiuti. Il sindaco dovrebbe spiegarci come intende gestire il ciclo dei rifiuti perché da tre anni aspettiamo una rivoluzione -dal basso, dall'alto, dal centro o dai lati non importa – che non è arrivata. E, ancora oggi, a fronte dei 45 milioni di euro l'anno che spendiamo, ci ritroviamo una città in condizioni vergognose sia per quanto riguarda la raccolta, sia per quanto riguarda la pulizia delle strade, il decoro e l'igiene in genere. E la tanto sbandierata raccolta differenziata si sostanzia, per lo più, nella possibilità dei cittadini di recarsi nelle piattaforme. Con questa ordinanza rischiamo di diventare davvero ridicoli nel resto d'Italia. Questa non è amministrazione ma improvvisazione".

Rosaria Brancato