Cronaca

Se andare all’ufficio postale diventa un’esperienza kafkiana….

Fin dall’entrata in vigore del 6 maggio 1840, data di nascita dei francobolli, la riforma introdotta da Sir Rowland Hill in Gran Bretagna come conseguenza della “rivoluzione industriale” aveva puntato ad aggiornare e “modernizzare” il sistema postale. Quel giorno fu posto in vendita nei relativi uffici il “famoso” penny black. E fu stabilita una tariffa unica, tra l’altro, per il trasporto delle lettere all’interno dei confini del Regno Unito, indipendentemente dalla distanza coperta, facendo pagare il porto al mittente e non più al destinatario, così come avveniva in precedenza.

Il passato….

Solo una brevissima premessa storica, questa, per capire come, già fin dalla metà del XIX secolo, si cercò di “snellire” l’importante apparato che stava alla base della comunicazione, soprattutto commerciale. Quell’esempio di efficienza, però, soprattutto negli ultimi anni, non sembra aver lasciato traccia tra le nuove “menti pensanti” che si occupano oggi della gestione del nostro sistema postale.

Oggi

Non stiamo ovviamente a ribadire, per rimanere a Messina, problemi ormai all’ordine del giorno come le gravissime e spesso dannose carenze nel settore della distribuzione, nè le inchieste che hanno portato alla sospensione di alcuni dipendenti per i “disservizi” causati… Vorremmo però capire perché anche gli sportelli degli Uffici postali, in base alle disposizioni ricevute, debbano contribuire a rendere ancor più farraginosa una “macchina” un po’ scarburata  viste anche le insufficienti presenze di personale utilizzato nelle varie postazioni (soprattutto in estate) che, giocoforza, creano disagi all’utenza.

Da qui un “caso singolare” che ci piacerebbe venisse, se possibile, affrontato e risolto da chi di competenza, per evitare che, oltre ad essere costretti ad attendere un’asfissiante fila prima di arrivare allo sportello, se ne debba sopportare addirittura un’altra per completare la stessa operazione…

Il caso….

La scoperta di quello che il cronista definisce un “intoppo” è stata fatta, solo per caso, all’Ufficio Messina 7 di via Cesare Battisti. Qui (ma crediamo anche altrove…), infatti, per effettuare una ricarica Postepay e attivare il sistema di sicurezza web sulla stessa, sia l’impiegato che il direttore hanno spiegato che sarebbe stato necessario utilizzare due differenti scontrini (rispettivamente denominati “Unica operazione” e “Tutte le operazioni”) prelevati dall’“eliminacode”. Il primo per poter eseguire la ricarica, il secondo per mettere in sicurezza la carta. Due distinte operazioni (sigh!). Le direttive, è chiaro, non si discutono. Ma dopo aver atteso per un bel po’ di tempo per effettuare la prima operazione, ci chiediamo perché, essendo già al cospetto dell’impiegato postale, è necessario sorbirsi un’altra lunga coda per ottenere quanto richiesto?

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All’utente, per la cronaca, non è rimasto che demordere, ma senza dimenticare di conservare gelosamente i due ticket “eliminacoda” per copiare e giocare i due numeri al Lotto, magari sulla ruota di Palermo. Come dire: “Autru chi Rowland Hill… chisti nummira su’…”.

Cesare Giorgianni